Agitazioni anche a Rebibbia, proteste a Monza. Tumulti a Trieste, Bologna e Caserta
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STORIA Agitazioni anche a Rebibbia, proteste a Monza. Tumulti a Trieste, Bologna e Caserta 29/07/1973 

Trieste - Nel carcere triestino centosessanta carcerati, al termine del periodo di aria, non sono rientrati nelle celle. Sul posto, con le autorità di polizia, si è recato il sostituto procuratore della Repubblica, Brenci, il quale sta tentando di convincere i detenuti a sospendere la manifestazione. I motivi della protesta sono la riforma dei codici e altri problemi specifici dei detenuti del « Coroneo ».

Bologna - I detenuti nel carcere di S. Giovanni in Monte a Bologna hanno fatto stasera una manifestazione di protesta e dalle 21 si sono barricati nei vari bracci del carcere. Agenti di pubblica sicurezza e carabinieri controllano la situazione all'esterno del carcere, dove si trovano anche i vigili del fuoco. La manifestazione ha avuto origine non appena i detenuti hanno appreso dalla radio delle rivolte in corso nelle maggiori carceri italiane. Una piccola folla stazione nella piazzetta antistante la prigione bolognese.

Caserta - Tensione e fermento anche nel carcere san Francesco, al centro della cittadina di Santa Maria Capua Vetere. I 259 reclusi, in prevalenza elementi già condannati dal tribunale locale o dalla Corte d'Assise, hanno oggi pomeriggio inscenato una protesta rifiutando di rientrare nelle esile dopo l'ora d'aria. I detenuti, al grido di « riforme, riforme » e battendo contro le inferiate dei cancelli, hanno chiesto di esporre le loro richieste ad un funzionario del ministero di Grazia e Giustizia. Servizi di emergenza sono stati subito predisposti per scongiurare eventuali gesti di vandalismo da parte dei detenuti o tentativi di fuga. Per tutta la serata la situazione non è migliorata. Non è valso a nulla nemmeno l'intervento del sostituto procuratore Giovanni Francesco Izzo, recatosi a parlamentare insieme con un giornalista con gli elementi più facinorosi, onde indurli a desistere dalla clamorosa protesta.

Roma - Da stamattina alle 8 circa settanta detenuti hanno iniziato a Rebibbia lo sciopero della fame. La protesta è nata nel padiglione numero undici: i carcerati, in maggioranza giovani, hanno prima protestato per quanto stava succedendo a Regina Coeli, e poi hanno rifiutato la colazione per solidarietà con i rivoltosi di via della Lungara. Stando alle dichiarazioni dei dirigenti del « carcere modello » la manifestazione si svolge senza il minimo incidente. Negli altri padiglioni non si raccolgono segni di tensione. A Rebibbia, che confina con la povera borgata di periferia di San Basilio, l'ultima protesta risale a pochi giorni fa. Per richiamare l'attenzione delle autorità un centinaio di donne salì sui tetti scandendo a gran voce lo slogan « uomini, Zagari e riforme ».

Monza - I detenuti delle carceri di Monza hanno fatto pervenire oggi ai giornali un messaggio di solidarietà ai reclusi di Regina Coeli. Dopo avere ribadito che « gli scopi della lotta sono la trasformazione degli istituti di pena e giudiziari e della istituzione penitenziaria » il documento prosegue auspicando che «il carcere, conformemente all'orientamento costituzionale, diventi un ambiente umano, aperto alle correnti e ai contenuti di libertà e di giustizia espressi dalla società civile ». Il testo conclude ribadendo che i detenuti — «esseri umani fatti oggetto del disprezzo e della dimenticanza politicoburocratica» — non possono essere interlocutori arrendevoli.

La Stampa 29 luglio 1973


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