Altri 3 milioni per Radio Radicale: la Lega salva l'emittente di chi vuole abolire 41-bis ed ergastolo ostativo
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MAFIA 41-BIS Altri 3 milioni per Radio Radicale: la Lega salva l'emittente di chi vuole abolire 41-bis ed ergastolo ostativo 13/06/2019 

La maggioranza si spacca su Radio Radicale. Passa nelle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera un emendamento del Pd al decreto Crescita per salvare la storica emittente con un finanziamento di altri 3 milioni per il 2019, che punta a favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi. Hanno votato a favore il Carroccio e tutti gli altri partiti, mentre il Movimento 5 Stelle ha votato contro. Il testo è stato riformulato, spiegano i dem, su proposta della Lega, ma il governo con il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, ha dato parere contrario.

L’emendamento introduce nel decreto l’articolo 30bis che, al secondo comma, recita: “La presidenza del Consiglio dei ministri corrisponde alle imprese citate (che abbiamo cioé svolto attività di informazione di interesse generale ndr) un ulteriore contributo di 3mln per l’anno 2019″. I soldi verranno presi dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. “Anche se con un contributo inferiore alle necessità, abbiamo approvato un emendamento che stanzia 3 milioni per radio radicale nel 2019. Per ora la radio è salva. Adesso subito la gara”, ha twittato il deputato del Pd Roberto Giachetti, tra i firmatari dell proposta di modifica.

Il M5s attacca gli alleati. “Secondo noi è una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovrà rispondere davanti ai cittadini – afferma Luigi Di Maio si Facebook – Sono franco: dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd! Dopo di che si va avanti, perché siamo persone serie”. Radio Radicale “una radio privata – prosegue il vicepremier – che ospita giornalisti con stipendi da capogiro di anche 100mila euro l’anno. Tutti pagati con i vostri e i nostri soldi, da sempre”.

Su Radio Radicale “una pioggia di soldi pubblici ingiustificata”, attaccano i deputati M5S delle due commissioni, convinti che “la soluzione più equa era di finanziare la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali, fino ad una spesa massima di un milione di euro nel triennio. L’emendamento proposto dalle opposizioni ha disposto invece di erogare altri 3 milioni di euro nel solo 2019 ad una radio che ne riceverà già 9 quest’anno. Una scelta a cui hanno aderito tutti i partiti, Lega compresa, e che ci ha trovato fortemente contrari”.

Radio Radicale, Lega propone proroga per 6 mesi della convenzione. Crimi (M5s) in audizione aveva detto: “Stop a fondi”
Mercoledì a dettare la linea era stato Matteo Salvini: “Su Radio Radicale non cambio idea rispetto a quanto ho detto prima delle elezioni: non si cancella l’esistenza di una radio con un emendamento e con un tratto di penna. Il mandato a nome della Lega in Commissione è di lavorare affinché questa voce ci sia”, aveva detto il vicepremier rispondendo ai giornalisti alla Camera.

Radio Radicale, Agcom: “Governo proroghi la convenzione per assicurare un servizio di interesse generale”
I lavoratori dell’emittente sono tornati in campo con la consegna a Palazzo Chigi di quasi 170mila firme raccolte tramite la piattaforma Change.org per chiedere di non spegnere la Radio. “Il nostro appello – ha spiegato il direttore Alessio Falconio – coincide con quanto chiesto dall’Agcom il 17 aprile scorso, quando ha definito quello svolto da Radio Radicale un servizio di interesse generale che va messo a gara, come noi chiediamo dal 1998, da quando cioè è scaduto il bando”.

Il Fatto Quotidiano

 

Le proposte del Partito Radicale "8 proposte di legge di iniziativa popolare contro il regime"

1. Modifica dell’articolo 79 della Costituzione in materia di concessione di amnistia e indulto.
L’amnistia e l’indulto sono necessari per riportare l’Italia nella legalità della sua Costituzione e davanti all’Europa. Il quorum di 2/3 del Parlamento dal 1992 rende impossibili questi provvedimenti.

2. Revisione del sistema delle misure di prevenzione e delle informazioni interdittive antimafia di cui al D.lgs. n. 159 del 6 settembre 2011.
Per impedire le infiltrazioni della criminalità organizzata nel sistema economico senza distruggerlo, per salvaguardare la continuità aziendale e i posti di lavoro, per prevenire il crimine senza distruggere le vite delle persone, per combattere la mafia senza minare i principi dello Stato di Diritto e i diritti umani fondamentali.

3. Abolizione della possibilità di assunzione di incarichi extragiudiziari da parte dei magistrati.
Per impedire ai magistrati di assumere incarichi incompatibili con l’esercizio efficiente e imparziale delle loro funzioni principali e ordinarie, ovvero quello di amministrare la giustizia «in nome del popolo italiano».

4. Introduzione del sistema elettorale uninominale per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Elezione del parlamento italiano con il sistema elettorale uninominale secco come quello anglosassone: piccoli collegi per assicurare la relazione tra l’eletto e il territorio; chi prende più voti è eletto.

5. Disposizioni in materia di libertà e diritto di informazione e di servizio pubblico radiotelevisivo.
Il servizio radiotelevisivo pubblico assicura il diritto alla conoscenza dei cittadini. Cancellazione del monopolio della Rai e sua messa all’asta con gare distinte nazionali e locali, anche per rilancio emittenza locale. Effettiva privatizzazione della RAI e abolizione della Commissione parlamentare di Vigilanza.

6. Revisione delle procedure di scioglimento dei Comuni per mafia previste dal T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al D.lgs. n.267/2000.
Per favorire una sana partecipazione popolare alla vita amministrativa delle comunità quale unico antidoto al controllo mafioso sui comuni, per sbarrare davvero le porte dei nostri comuni alle mafie, per una efficace politica antimafia.

7. Riforma del sistema di ergastolo ostativo, del regime del 4 bis e abolizione dell’isolamento diurno.
Come diceva Leonardo Sciascia, la mafia non si combatte con la terribilità delle pene, ma con il diritto. E l’art. 27 della nostra Costituzione afferma che la pena non può essere contraria al senso di umanità e deve tendere alla rieducazione del condannato.

8. Riforma del sistema elettorale per l’elezione dei membri italiani al Parlamento europeo.
Elezione del Parlamento europeo con un collegio unico nazionale con sistema proporzionale puro per garantire la rappresentanza di tutte le forze politiche e un dibattito nazionale sulle istituzioni e europee.


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