Assegnazione Vice Ispettori Polizia Penitenziaria: interrogazione parlamentare sul rientro in sede dopo il corso
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INTERROGAZIONE PARLAMENTARE Assegnazione Vice Ispettori Polizia Penitenziaria: interrogazione parlamentare sul rientro in sede dopo il corso 24/07/2018 

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00785
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 32 del 24/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: GELMINI MARIASTELLA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 24/07/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00785
presentato da
GELMINI Mariastella
testo di
Martedì 24 luglio 2018, seduta n. 32
GELMINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

con provvedimento del direttore generale (P.d.G.) del Ministero della giustizia del 3 aprile 2008, pubblicato nel Bollettino ufficiale del Ministero della giustizia n. 11 del 5 giugno 2008 era stato bandito il concorso interno per la qualifica iniziale del ruolo degli ispettori del Corpo di Polizia Penitenziaria;

all'articolo 14, comma 7, del citato bando era espressamente stabilito che «il personale nominato vice ispettore del ruolo maschile e femminile del Corpo di Polizia Penitenziaria sarà confermato nella sede di appartenenza compatibilmente alla dotazione organica»;

nel corso della XVII legislatura in attuazione della riforma della pubblica amministrazione (la cosiddetta «legge Madia») si è assistito ad un'ampia riduzione della pianta organica del Corpo di Polizia Penitenziaria, che ha investito l'intero territorio nazionale e che mette a serio rischio la sicurezza interna di diversi istituti. Tale riduzione, inoltre, rende del tutto inapplicabile il menzionato articolo 14;

a 10 anni dall'indizione di un concorso a procedura concorsuale interna, il personale coinvolto ha visto sfumare la possibilità di raggiungere legittimi risultati in termini economici e di carriera;

come riportato dallo stesso dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nel suo progetto formativo, risulta che i vincitori del concorso hanno un'età anagrafica che va dai 41 ai 59 anni, il 64 per cento proviene dal ruolo agenti/assistenti (molti sono assistenti capo coordinatori) e il 36 per cento dal ruolo dei sovrintendenti con la qualifica di sovrintende capo e coordinatore e, relativamente alla collocazione geografica delle sedi di appartenenza, si registra la netta prevalenza delle regioni del Centro-Sud Italia;

con lettera del direttore generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria – direzione generale del personale e delle risorse del 20 luglio 2018, relativa al corso per l'accesso alla qualifica iniziale del ruolo maschile e femminile degli ispettori del Corpo di Polizia Penitenziaria che avrà inizio il prossimo settembre, viene ribadito che l'ufficio scrivente «dopo aver dato massimo sfogo alla mobilità a domanda del personale già appartenente al Ruolo degli Ispettori, contemperando le esigenze organiche con le aspirazioni di detto personale per come risulta dalla vigente graduatoria per i trasferimenti a domanda relativa all'interpello per l'anno 2017, determina i posti disponibili per i neo nominati nel ruolo in argomento». La stessa lettera specifica che «la prima assegnazione in una sede diversa da quella di appartenenza non comporta la corresponsione di indennità»;

vi è pertanto l'elevata possibilità che molti rinuncino alla nuova qualifica dopo il corso di formazione, perché, salvo casi eccezionali, nessuno, dopo dieci anni di sacrifici, sarà disposto a rinunciare ai propri affetti e a un mondo che ormai gli appartiene in assenza di un qualunque vantaggio economico;

va peraltro evidenziato come il decreto legislativo n. 95 del 2017, prevedendo un concorso interno per titoli, non dispone trasferimenti in altre sedi, mantenendo, su richiesta, la sede di appartenenza;

a rinunciare non sarebbero solo i sovrintendenti ma anche molti assistenti capo coordinatori e comunque tutti quelli che sarebbero destinatari di un trasferimento che, dopo oltre 30 anni di servizio e in prossimità della pensione, contribuisce solo a peggiorare le condizioni economiche e quelle familiari;

a ricevere un danno sarebbe, in ultima analisi, solamente l'amministrazione penitenziaria –:

quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda porre in essere al fine di restituire ai futuri ispettori quella serenità professionale e familiare che meritano dopo la perdita di opportunità determinata da un ritardo di dieci anni ascrivibile interamente all'amministrazione.
(4-00785)


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