Carcere di Melfi, Polizia Penitenziaria: il GOM trasferisce i 70 detenuti che hanno partecipato alla rivolta
Home > NOTIZIE

 

NOTIZIE Carcere di Melfi, Polizia Penitenziaria: il GOM trasferisce i 70 detenuti che hanno partecipato alla rivolta 17/03/2020 

Circa 200 uomini del Corpo di  Polizia Penitenziaria, hanno partecipato questa mattina all'operazione di trasferimento di 70 detenuti del carcere di Melfi (Potenza) - tutti della sezione "alta sicurezza" - che il 9 marzo scorso avevano partecipato alla rivolta prendendo in ostaggio nove persone fra Poliziotti penitenziari e personale sanitario,presso altre carceri d'Italia. 

La rivolta era cominciata, come in decine di altre carceri italiane, per protestare contro le misure - come la sospensione dei colloqui con i parenti - prese per contrastare la diffusione del coronavirus. I 70 detenuti trasferiti stamani, anche dopo aver rilasciato gli ostaggi, non erano rientrati nelle loro celle. Il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, parlando con l'ANSA, ha definito l'operazione di stamani che ha portato al trasferimento dei detenuti piu' turbolenti "una prova di forza dello Stato necessaria. Speriamo - ha aggiunto - che si continui su questa strada perche' bisogna mantenere alta la guardia in tutti gli istituti italiani, ancora di piu' in questo momento segnato dall'emergenza per il covid-19". 

 

Carcere di Melfi: trasferimento detenuti della rivolta

Carcere di Melfi: trasferimento detenuti della rivolta

Pubblicato da Sostenitori Polizia Penitenziaria

 

L'Osapp, con il suo segretario generale Leo Beneduci ha dichiarato: "Le condizioni del carcere di Melfi dovrebbero essere ritornate nuovamente nell'alveo dei principi di ordine, sicurezza e legalità, anche se dobbiamo constatare - afferma il sindacalista - che per raggiungere tale scopo sono servite maggiormente le segnalazioni e gli appelli del sindacato piuttosto che le verifiche e le puntuali disamine dei fatti gravi all'interno dell'istituto da parte del provveditorato regionale di Bari e degli organi dell'amministrazione penitenziaria centrale in Roma. Peraltro - conclude Beneduci - ancora permangono nella struttura penitenziaria dissidi e sovrapposizioni tra i vertici interni che, potendo nuovamente incidere sulla funzionalità del carcere suggeriscono un concreto intervento, pena ulteriori rischi anche per la sicurezza, finalizzati all'avvicendamento di tali organi".


Google News Penitenziaria.it SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS