Condanna definitiva a Fabio Perrone per l'evasione con sparatoria: 10 anni di reclusione, ferì anche Agente di Polizia Penitenziaria
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SENTENZE E PROCESSI Condanna definitiva a Fabio Perrone per l'evasione con sparatoria: 10 anni di reclusione, ferì anche Agente di Polizia Penitenziaria 17/01/2019 

E’ diventata definitiva la condanna a 10 anni di reclusione per Fabio Perrone, il 45enne di Trepuzzi, meglio conosciuto come “Triglietta”, protagonista di un’evasione da film il 6 novembre del 2016 dall’ospedale “Vito Fazzi”. la cassazione ha infatti confermato la sentenza inflitta in abbreviato (in primo grado) e in Appello per le accuse di rapina aggravata, evasione aggravata dall’uso di armi e violenza, lesioni personali aggravate e detenzione e porto abusivo di armi e munizionamenti.

L’evasione si consumò in pochi frenetici e concitati minuti. Il 44enne si trovava detenuto nel carcere di Borgo “San Nicola” dove scontava la condanna all’ergastolo (carcere a vita confermato nei mesi scorsi in Cassazione) per l’omicidio del cittadino montenegrino Fatmir Makovic e il tentato omicidio del figlio. Raggiunse l’ospedale “Vito Fazzi” in compagnia di un altro detenuto di nazionalità albanese per sottoporsi ad una gastroscopia. Una volta entrato in ambulatorio Perrone sfilò la pistola d’ordinanza dalla fondina di uno degli agenti di Polizia Penitenziaria iniziando a sparare all’impazzata. Ferì un agente e alcune persone presenti in ospedale. Nella fuga puntò l’arma contro una donna di Veglie per rapinarle l’auto, una Toyota Yaris. Poi travolse un agente nei pressi della sbarra d’ingresso. Da quel momento, Perrone fece perdere le sue tracce. Rimase uccel di bosco per circa due mesi.

Per gli spostamenti utilizzava gente fidata. Cambiava continuamente covo per non dare alcun vantaggio agli investigatori impegnati in un’autentica caccia all’uomo. Perrone si muoveva come un’ombra tra Trepuzzi e le marine al confine con la provincia di Brindisi. La fuga si concluse all’alba del 9 gennaio nel suo paese di origine in una palazzina in via 2 Giugno. Si nascondeva in casa di un insospettabile a pochi metri dall’abitazione in cui “Triglietta” aveva trascorso gran parte della propria infanzia. Gli agenti della Squadra mobile di Lecce sequestrarono anche un kalashnikov oltre alla pistola d’ordinanza sottratta ad uno degli agenti della penitenziaria. Perrone, secondo gli investigatori, progettava di compiere il salto di qualità: una rapina ad un portavalori per finanziare la sua latitanza servendosi proprio dell’arma da guerra che “Triglietta” aveva con sè quando venne bloccato e arrestato.

Attualmente il 45enne di Trepuzzi, difeso dall’avvocato Ladislao Massari, si trova detenuto in Sardegna. Deve scontare l’ergastolo non “ostativo” e quindi potrebbe accedere a qualche beneficio previsto dall’ordinamento penitenziario. Come l’assegnazione al lavoro esterno, l’affidamento in prova e le misure alternative alla detenzione.

corrieresalentino.it


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