Gommapiuma e la tv in cella nelle nuove carceri di Novara
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STORIA Gommapiuma e la tv in cella nelle nuove carceri di Novara 04/01/1973 

I detenuti hanno lasciato il vecchio castello. Dopo vent'anni d'attesa, l'edificio è stato messo in fu azione - La vita vi si svolgerà secondo i più moderni criteri, con laboratori, scuole, campi di gioco a disposizione dei reclusi - Ogni posto letto è costato 8 milioni.

Tra ieri e oggi i sessanta detenuti al «Castello Visconteo» sono stati trasferiti al carcere di via Sforzesca che, dopo vent'anni dall'inizio dei lavori, è stato completato. E' una prigione moderna con camere più che celle à quattro e due letti, con materassini in gommapiuma, dotate di servizi igienici e termosifone, ciascuna munita di radio e televisione. n direttore, dottor Federico Sarto che, insieme con il cappellano don Leandro Nida, ci ha accompagnato nella visita del nuovo complesso, dice: «Si cerca di rendere meno grama la vita del detenuto; del resto, a Novara, si sono adottati i principi delle carceri moderne». Come in un albergo, ci sono sale da pranzo: due nella sezione maschile c una in quella femminile. Quella più grande può essere trasformata in un teatrino dotato di cabina per le proiezioni cinematografiche. n detenuto, oltre che nelle celle e al refettorio, può trascorrere le giornate nel laboratorio, nelle aule - scuole e all'aria aperta. Accanto al «cortile dei passi perduti» è stato allestito un campo per il gioco del calcio circondato da piccole tribune e un altro per il gioco delle bocce. «Più in là — ci dice il direttore — vedremo se non sia il caso di allestire anche un campo da tennis e chissà che un giorno non sorga anche la piscina». Nel corso della visita, protrattasi per quasi due ore, abbiamo visto tutti gli impianti: cucina e lavanderia modernissimi, infermeria, gabinetto medico e dentistico, biblioteca, sale colloquio concepite con criteri nuovissimi; le due cappelle; le centrali termica ed elettrica. Il complesso carcerario" sorge su un'area di 20 mila metri quadratiche lo Stato ha avuto in permuta dal Comune, cioè in cambio del Castello Visconteo, il tetro, diroccato maniero che si affaccia su piazza Martiri da un secolo adibito a carcere. Quanto è costato? Nessuno sa dirlo con precisione. Si parla di 700-800 milioni, ma forse sono di più, oltre otto milioni per ogni posto-letto. H progetto originario, degli Anni Quaranta, prevedeva una spesa di 200 milioni, ma i

lavori si sono iniziati soltanto nel 1953, per essere, nel giro, di vent'anni, sospesi e ripresi più volte. Dei due corpi di fabbricato, il primo ospita gli uffici e gli alloggi del direttore e del comandante delle guardie, l'altro, a due piani, il carcere vero e proprio e la caserma degli agenti di custodia. I posti letto sono una novantina. Sono stati portati a 104 (92 maschi e 12 femmine) munendo di letto a castello (due posti) le celle singole. E' stata questa iniziativa a provocare le prime lagnanze: «Nelle celle singole non vogliamo andarci in due» hanno protestato i detenuti. Per adesso, che sono solo in sessanta, potranno essere accontentati. Sembra logico pensare che il trasferimento dal vecchio al nuovo carcere abbia soddisfatto i detenuti: in fin dei conti, si tratta di un carcere albergo, una specie di «gabbia dorata». Invece molti hanno lasciato il «castello» a malincuore. Perché? Le celle erano grandi e in dieci o dodici «ci si faceva compagnia»; per colazione, pranzo e cena, non si doveva andare al refettorio; ci si poteva coricare vestiti. Adesso che il Castello Visconteo è stato sgombrato, il Comune, che ne è- diventato proprietario, dovrà deciderne l'utilizzazione. Progetti, negli anni passati ne sono stati fatti tanti, alcuni già bocciati dalla Sovrintendenza ai monumenti che ha messo le mani avanti: «Il vecchio rudere non si tocca». Così niente garage sotterranei né parcheggio di auto nel fossato. Forse, quando con una spesa assai cospicua il «castello» sarà restaurato, potrà ospitare un museo.

La Stampa 4 gennaio 1973


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