Un agente di custodia delle « Nuove » ci ha telefonato stamattina per comunicare che da oggi, assieme ad una cinquantina di colleghi, ha cominciato 10 sciopero della fame. I « secondini » alle 11,30 non si sono presentati alla mensa e resteranno nel carcere rinunciando alla libera uscita.
La notizia è stata più tardi confermata in questura: gli agenti però svolgono normalmente il servizio di vigilanza. Motivano la protesta con due argomenti: non usufruiscono regolarmente del giorno settimanale di riposo e sullo stipendio oltre 11 20 per cento è trattenuto per indennità di mensa. « Noi guadagnamo circa 120 mila lire — ha detto la guardia — e la ritenuta per la mensa incide in modo sproporzionato, ben 25 mila lire. E' una quota obbligatoria: per esserne esentati e mangiare fuori, e necessario presentare domanda alla direzione ».
Alla protesta aderiscono tutte le guardie che non sono sposate, che vivono in condizioni disagiate anche perché hanno li permesso di dormire fuori dalle Nuove solo due volte al mese. « La protesta sul giorno di riposo —• continua la guardia — riguarda però tutto l'organico, compresi gli ammogliati. Siamo in 180 e riusciamo a fare la "settimana corta" si e no una volta al mese. Inoltre non riusciamo mal a fare il mese di ferie che ci spetta dopo tre anni di servizio. Spesso facciamo due o tre settimane: i giorni restanti non li ricuperiamo e non ci vengono pagati».
La Stampa 9 agosto 1973