Invasione di campo del Ministero dell'Interno sulla Giustizia: liberato detenuto albanese per errata procedura
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NOTIZIE Invasione di campo del Ministero dell'Interno sulla Giustizia: liberato detenuto albanese per errata procedura 20/05/2019 

L'invasione di campo del ministero degli Interni in quello della Giustizia pare non sia stata sufficiente per far rimenre in carcere un detentuo albanese.

L'incideten "diplomatico" lo riporta il quotidiano La Stampa e dsi riferisce ad una vicenda di un cittadino dell'Albania ristretto nel carcere di Catania

Davanti alla corte di Appello si è discusso di un caso di un giovane albanese, sposato con una donna italiana che è comparso davanti ai giudici per la discussione di una richiesta di arresto ai fini di estradizione. Il giovane era stato arrestato per altri motivi in Italia e, a un controllo sui terminali, è apparsa la notizia di una condanna in Albania per ricettazione. La vicenda si riferiva della pena a 10 mesi di reclusione comminata in Albania, per aver «acquistato un televisore Samsung rubato in precedenza in un negozio».

La procedura prevista dall’ordinamento italiano in questi casi è chiara: lo Stato di origine dello straniero presenta un’istanza, allega la sentenza e fa richiesta di arresto al ministero della Giustizia italiano. A Catania, però, i magistrati della Corte di appello si sono trovati davanti a un fascicolo decisamente anomalo. Non hanno potuto far altro che annullare tutto e ordinare la scarcerazione, con la solita formula «se non detenuto per altro motivo».

La richiesta di arresto ai fini dell’estradizione era infatti arrivata non dal ministro della Giustizia, come prevedono le norme, ma dalla Direzione centrale della polizia criminale del ministero dell’interno. Nella stessa lettera si chiedeva alla direzione del carcere – dove il cittadino albanese era già detenuto per altro – di «valutare se procedere al suo arresto». L’eventuale documentazione sarebbe arrivata dall’Albania solo dopo l’esecuzione.

Il 17 maggio la Corte d’Appello di Catania – informata dal carcere – apre l’udienza per valutare l’atto e la procedura seguita: «Ritenuto che preliminarmente in atti è presente solo la richiesta del ministero dell’Interno», è la premessa che si legge nell’ordinanza che ha poi disposto l’annullamento dell’ordine di arresto. Nei casi di estradizione, infatti, serve «la richiesta motivata del ministero della Giustizia (e non la richiesta motivata del ministero dell’Interno)», annotano i giudici. Ma c’è di più: non vi era il «pericolo di fuga, trattandosi di imputato detenuto» (scritto in maiuscolo nell’ordinanza, ndr). E ancora: nel fascicolo non vi era la richiesta di estradizione, per le vie formali, dell’Albania, anche questo un atto necessario per avviare la procedura.

Il giudice dunque non ha potuto fare altro che liberare il detenuto albanese.


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