Istituti di pena 4 mila giovani
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STORIA Istituti di pena 4 mila giovani 15/08/1971 

La delinquenza minorile. Un quarto sono ragazze - Nel Sud è in testa la Campania, al Nord il Piemonte Negli ultimi tre anni si è avuto un calo.

Diminuisce in Italia la delinquenza minorile. Il numero dei giovani che ogni anno finiscono negli «Istituti di rieducazione» per minorenni regredisce sensibilmente e nel 1970 (erano oltre 4 mila) è stato il più basso degli ultimi tre anni. Il fenomeno della delinquenza e della «pre-delinquenza» minorile interessa principalmente il Sud d'Italia, da dove provengono oltre 2 mila 600 dei giovani ospitati negli istituti minorili di prevenzione e pena, cioè oltre il 50 per cento del totale.

Fra le regioni è in testa la Campania (mille giovani). Seguono Puglia e Basilicata con 850 giovani complessivamente e quindi la Sicilia, con 625 giovani. Fra le regioni del Nord è al primo posto il Piemonte dal quale provengono 360 dei minori ospitati negli istituti di rieducazione, di custodia, nei riformatori giudiziari e nelle prigioni-scuola.

Sono questi i primi dati forniti dalla commissione parlamentare d'inchiesta incaricata di svolgere un'indagine conoscitiva sugli istituti minorili, le cui conclusioni saranno rese note entro l'anno. L'inchiesta è condotta attraverso la consultazione di studiosi del problema, magistrati dei tribunali dei minorenni, assistenti sociali, funzionari del settore, e l'effettuazione di visite-campione in sette istituti di rieducazione italiani.

La commissione ha sinora constatato l'esistenza di istituti-modello, sia per quanto riguarda le forme di trattamento «aperto», attraverso le quali si stimolano i contatti tra il minore disadattato e l'esterno, sia per quel che riguarda gli istituti «chiusi». Ma ha soprattutto riscontrato la presenza di istituti assolutamente inadeguati alle esigenze di una moderna politica rieducativa.

Dall'indagine è emersa' la necessità di approntare edifici ed attrezzature, che consentano un moderno trattamento del minore disadattato, e di utilizzare personale adatto. «E' infatti evidente, secondo il presidente della commissione, onorevole Cacciatore, che l'impiego di "equìpes" di specialisti per interventi diagnostici rischia di risolversi in un inutile lusso quando il minore, per la deficienza dei locali, dei servizi igienici, delle attrezzature (specie per quelle che permettono l'avviamento al lavoro), per la carenza di personale e di personale specializzato, è costretto a subire gravissime limitazioni, che si aggiungono a quelle già imposte dalla legge, tali da escludere l'esistenza di un trattamento rieducativo». in Italia sono ogni anno circa 5 mila i giovani che vengono ospitati negli istituti di prevenzione e pena. L'85% è affidato ai vari istituti esclusivamente per misure di prevenzione, mentre il rimanente 15 per cento viene ospitato nelle sezioni di custodia, prigioni-scuola e riformatori giudiziari, perché responsabili di reati penali o civili. Il 25 per cento degli ospiti degli istituti minorili è costituito da ragazze.

Su 4141 minorenni pre-delinquenti ospitati nel '70 a scopo preventivo 1051 erano le donne, 3090 i maschi. I giovani affidati alle sezioni di custodia, prigioni scuola e riformatori giudiziari erano 716 (154 le donne). Nel '69 i giovani ospitati nelle case di rieducazione a scopo preventivo erano stati 4315 (989 ragazze) mentre quelli affidati ai vari istituti di custodia perché ritenuti responsabili di reati di diverso genere erano 729 (le ragazze 148). Il numero maggiore di «ospiti» negli istituti minorili di prevenzione e pena si era avuto nel 1968, durante il quale sono stati 4721 i «pre-delinquenti» affidati agli istituti di rieducazione (1106 le donne) e 621 i giovani sottoposti a misure di custodia o assegnati alle prigioni-scuola e ai riformatori giudiziari (fra cui 110 ragazze).

La Stampa 15 agosto 1971
 


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