Legionella nel carcere di Alba: interrogazione parlamentare sulla mancata riapertura
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INTERROGAZIONE PARLAMENTARE Legionella nel carcere di Alba: interrogazione parlamentare sulla mancata riapertura 09/01/2019 

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01160
presentato da
DADONE Fabiana
testo di
Mercoledì 9 gennaio 2019, seduta n. 107
DADONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

la casa di reclusione di Alba è stata chiusa nel mese di gennaio 2016 a causa di un'epidemia di legionella che ha comportato il trasferimento di 122 detenuti in altre strutture;

nel giugno del 2017, dopo alcuni lavori di bonifica e messa in sicurezza, ha riaperto una sezione della stessa casa di reclusione adatta ad ospitare 35 persone;

nello stesso anno l'allora Ministro Orlando annunciava un cronoprogramma che prevedeva l'ingresso di tutti i detenuti entro la metà del 2019 con oltre a 4 milioni di euro di investimento;

nel settembre 2018 tale progetto è stato ultimato e inviato dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) al provveditorato opere pubbliche competente per il Piemonte che lo ha però respinto per un vizio di forma (mancanza di firme originali);

secondo una ricostruzione giornalistica, durante un convegno svoltosi ad Alba nel mese di novembre del 2018, il Garante regionale per i diritti dei detenuti e il sindaco di Alba esponevano la questione al Ministro Bonafede;

quest'ultimo provvedeva nell'immediato, sempre come riportato dalle testate giornalistiche, a telefonare al direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria il quale a sua volta si impegnava a sbloccare immediatamente l’iter burocratico;

ad oltre un mese dalla presenza del Ministro interrogato presso la provincia di Cuneo, sui giornali compariva un nuovo appello, lanciato dai garanti comunale e regionale dei detenuti, intitolato «Sul futuro del carcere di Alba c'è un'incertezza imbarazzante». Nell'articolo in questione i garanti ricostruiscono le pregresse situazioni concernenti la struttura, lamentando una sorta di paralisi delle istituzioni;

la casa circondariale di Alba risulta attualmente la più sovraffollata del Piemonte con una presenza di 45-50 detenuti su una capienza massima di 35; tale problematica ovviamente si riverbera sulla funzione rieducativa della pena prevista dalla Costituzione, vista anche la carenza di spazi per svolgere attività socializzanti nonché di mediatori culturali per i detenuti stranieri –:

se sia a conoscenza delle ragioni per le quali l’iter dei lavori della casa di reclusione di Alba non sia ancora ripartito e, qualora non vi fossero idonei motivi per il citato rallentamento dell’iter, cosa intenda fare al fine di permettere l'avvio dei lavori.
(5-01160)


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