Mascherine non a norma consegnate alla Polizia Penitenziaria di Torino. Nessuna notizia per i tamponi
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NOTIZIE Mascherine non a norma consegnate alla Polizia Penitenziaria di Torino. Nessuna notizia per i tamponi 08/05/2020 

La fornitura di mascherine protettive consegnate al carcere di Torino “non è a norma”. Lo denuncia il sindacato di polizia Osapp per voce del suo segretario generale Leo Beneduci. “E' assolutamente indegno - dice il segretario generale Leo Beneduci - che il personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Torino, dopo aver subito 60 contagi tra i detenuti e 15 tra il personale, abbia ricevuto oggi delle sedicenti mascherine protettive che, come si legge dal foglio allegato, non sono mascherine che costituiscono dispositivi di protezione individuale, sono prive del marchio CE e non garantiscono in alcun modo la protezione delle vie respiratorie”.

Le mascherine sono quelle realizzate dalla ditta Miroglio che nella descrizione del suo prodotto specifica che si tratta di una “mascherina ad uso generico”, non specifica per l’uso sui luoghi di lavoro in situazioni di rischio come può essere in ospedale o nei luoghi dove si sono sviluppati dei focolai di contagio.”Come si vede in Italia il problema delle carceri non è solo legato alla scarcerazione dei detenuti - prosegue il segretario dell’Osapp - ma anche alla grave inadeguatezza di chi ha la responsabilità di seguire queste strutture. Il ministro si occupi anche di questo”.

Nei giorni scorsi il sindacato aveva sollevato anche la questione dei tamponi, scrivendo alla Regione per avere risposte sulla possibilità di sottoporre il personale di Polizia Penitenziaria all’esame del tampone.”Assicurare che il personale sia sottoposto al tampone - si legge in una lettera della regione in risposta ai quesiti del sindacato - è onere del datore di lavoro dopo un confronto con il medico competente”. Non è chiaro però quale sia il medico che si deve occupare della questione, sbloccando così la questione dei tamponi per il personale della Polizia Penitenziaria. Per questo l’Osapp ha inviato una seconda lettera, questa volta al direttore del Carcere di Torino per chiedere quale siano le disposizioni del medico competente e a chi ci si debba risolvere”.

torino.repubblica.it


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