Tagliano le sbarre, scalano il muro e fuggono tra le raffiche di mitra
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STORIA Tagliano le sbarre, scalano il muro e fuggono tra le raffiche di mitra 19/01/1974 

Nemmeno una raffica di mitra esplosa dall'agente di custodia in servizio sul muro di cinta delle carceri di Ravenna ha interrotto, ieri notte, la fuga di due detenuti, Virginio Floris e Umberto Angioletti, entrambi di 25 anni. La gigantesca caccia all'uomo, che vede impegnati carabinieri, polizia, agenti della Stradale e cani poliziotti, non ha finora portato a rintracciare i fuggiaschi.

Le ricerche sono condotte senza risparmio di mezzi in tutta la regione. Il nome di Virginio Floris, sardo d'origine ma residente a Bologna, suscita infatti ricordi inquietanti. Un anno fa, a Pontelagoscuro, fu coinvolto in una sanguinosa rapina in una banca, che si concluse con l'uccisione dell'appuntato dei carabinieri Cannine Della Sala. Per questo delitto, la cui istruttoria non è ancora conclusa, furono arrestati, oltre al Floris, Angelo Matta, un altro giovane immigrato sardo, e infine un toscano di 34 anni, Roberto Masetti. Malgrado il Floris sia il più noto dei due evasi, il ruolo di maggiore spicco nella fuga è stato sostenuto dall'altro detenuto, Umberto Angioletti, di Seriate di Bergamo, in attesa di giudizio per furto. Ieri sera, mentre gli altri reclusi erano nella sala riunioni, a guardare la televisione, l'Angioletti è rimasto solo nella propria cella e con una sega entrata non si sa come in carcere ha tagliato le sbarre della finestra. Da qualche tempo, durante gli spettacoli televisivi, le porte delle celle restano aperte, per consentire ai reclusi di spostarsi in sala riunione o di trascorrere alcune decine di minuti nelle celle di altri compagni reclusi. Virginio Floris, al termine dello spettacolo televisivo, non ha quindi incontrato alcun ostacolo quando, anziché nella propria, è entrato nella cella n. 19, al primo piano del carcere, dove nel frattempo l'Angioletti aveva aperto un varco nella inferriata. Subito dopo i due si sono calati nel cortile; quindi, con una corda improvvisata, ricavata da coperte annodate, e provvista di un gancio, hanno dato la scalata al muro di cinta, riuscendo ad evitare di essere notati fin quando è Stato il momento di saltare in un orto sottostante. La raffica di mitra esplosa dall'agente di custodia che ha scoperto i fuggiaschi ha fatto scattare immediatamente l'allarme.

La Stampa 19 gennaio 1974


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