Un agente di custodia condannato: ha simulato un furto di 4 milioni
Home > STORIA

 

STORIA Un agente di custodia condannato: ha simulato un furto di 4 milioni 05/05/1972 

Mentre il suo compagno si recava in questura, fece sparire la somma, poi disse ch'era stata rubata da uno sconosciuto. Stamane la prima sezione del tribunale (pres. Vendltti, p.m. Giordano, cane. Bardi) ha inflitto un anno, 6 mesi e 20 giorni di reclusione all'ex agente carcerario Antonio Scassa, 36 anni, residente a Montelupo Fiorentino, ritenuto colpevole di avere sottratto 3.945.000 lire all'amministrazione delle «Nuove».

Il 12 febbraio del '71 era stato incaricato di accompagnare in auto il collega Giuseppe De Nicolò al quale il ragioniere delle carceri aveva affidato una borsa contenente la cospicua somma che avrebbe dovuto essere versata, parte all'ufficio postale e il resto alla Banca d'Italia. Passando in corso Vinzaglio, i due si fermarono all'altezza di via Grattoni. Il De Nicolò lasciò la borsa sul sedile e scese a terra recandosi in questura per consegnare un foglio al medico della polizia dott. Rossi. Quando tornò sul posto non trovò più né il commilitone né l'auto. Soltanto più tardi lo Scassa si fece vivo in via Grattoni e denunciò di essere stato derubato. « Aspettavo seduto alla guida — raccontò — quando si è avvicinato un giovane sui vent'anni, il quale, senza parlare, ha infilato il braccio attraverso il finestrino che aveva il cristallo abbassato, ha afferrato la borsa ed è scappato di corsa. L'ho inseguito prima con l'auto e poi a piedi, ma non sono riuscito a raggiungerlo. Ho continuato a perlustrare la zona e ho ritrovato la borsa in via De Sonnaz. Il ladro l'aveva gettata via dopo d'averla vuotata».

Questa versione fornita dalla guardia non è stata convincente, perché nessuno aveva notato l'inseguimento, ed Inoltre il De Nicolò ha dichiarato di avere lasciato il finestrino della portiera chiuso. Stamane, in aula, l'imputato ha continuato a negare di avere preso il denaro. L'amministrazione delle carceri, rappresentata dall'avv. Damato dello Stato, si è costituita parte civile. Il difensore avv. Prasoarolo si è battuto per strappare ai giudici il minimo della pena. Lo Scassa, che è stato condannato anche a risarcire interamente il danno, ha subito impugnato la sentenza.

La Stampa 5 maggio 1972

 


Google News Penitenziaria.it SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS