Undici Poliziotti penitenziari indagati nel carcere di Bergamo: inchiesta partita da quella sull'ex direttore
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NOTIZIE Undici Poliziotti penitenziari indagati nel carcere di Bergamo: inchiesta partita da quella sull'ex direttore 04/04/2019 

Di nuovo nella bufera il carcere di via Gleno, già finito nel mirino della procura con l’arresto eccellente dell’ex direttore Antonino Porcino. Sullo stralcio di quell’inchiesta, è nato un nuovo filone, che non sembra esaurirsi qui.

Quindici gli indagati e di questi ben 11 sono agenti di Polizia Penitenziaria. Gli altri sono un medico in servizio al carcere e dipendenti di una società di catering addetta alla preparazione e alla distribuzione del cibo tra i detenuti. Pesanti i capi d’ accusa: si va dall’abuso di ufficio alla corruzione allo spaccio di sostanze stupefacenti. Martedì mattina, carabinieri della compagnia di Bergamo e uomini della Finanza, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, lo stesso che si è occupato del primo filone, hanno effettuato perquisizioni a casa degli agenti di Polizia Penitenziaria alla ricerca soprattutto di droga. Dai primi riscontri pare che abbiano trovato modiche quantità di hascisc e marjiuana. Non cocaina. Ma non solo droga, anche telefonini e altri oggetti: tutto perquisito. Gli agenti di polizia indagati per il momento risultano essere a casa, formalmente in ferie, in attesa che il dipartimento dell’amministrazione e l’attuale direttore di via Gleno prendano una decisione. Vale a dire una sospensione.

Che il clima nella casa circondariale di Bergamo fosse pesante era già emerso dall’indagine relativa al primo filone, quello che ha coinvolto Porcino, accusato di una gestione molto personale della casa circondariale. Scavando è saltato fuori dell’altro. Secondo l’accusa, gli agenti indagati si facevano pagare su carte postepay e in cambio facevano entrare dietro le sbarre droga e cellulari. E infatti durante le perquisizioni ne sono stati trovati un bel po’. Una situazione molto grave, come è emerso dagli accertamenti, che getta un’altra ombra sul clima nel carcere bergamasco.

Nel primo filone di indagine, le accuse erano di corruzione, falso, peculato, tentata truffa e turbata liceità degli incanti. Nel caso di Porcino, oltre alla corruzione, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ci sarebbe dell’altro: l’ex direttore avrebbe fatto leva sulla sua posizione per esercitare pressioni e ottenere vantaggi di natura sessuale. Insomma, di tutto e di più, su cui la procura ha voluto affondare la presa con la convinzione che ci fosse altro.

ilgiorno.it


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