Finanzieri indagati per truffa con carrozzeria: anche l'ex direttore del carcere di Bergamo tra i clienti affezionati
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NOTIZIE Finanzieri indagati per truffa con carrozzeria: anche l'ex direttore del carcere di Bergamo tra i clienti affezionati 27/09/2018 

Pregiudicati che circolano con la pistola infilata nei pantaloni. Finanzieri che tradiscono la divisa per un cambio gomme (leggi). L’ex direttore del carcere Antonino Porcino, pure lui, tra i clienti affezionati. Dalle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf la carrozzeria Bonfanti, a Osio Sopra, sembra un crocevia di malaffare. Porcino, 65 anni, dieci giorni dopo la pensione finito dall’altra parte delle sbarre per corruzione, peculato, tentata truffa e falso, non avrebbe fatto eccezione. Ora è ai domiciliari e la sua posizione in questa inchiesta non è ancora definita. La cosa certa è che ad aprile 2017, quando gli inquirenti escono allo scoperto e i Bonfanti denunciano da una parte la banda di Rocco Di Lorenzo e dall’altra i sette finanzieri che pretendevano riparazioni e soldi consegnati persino in Accademia, anche il suo nome viene affiancato a condotte al limite della legalità.

L’episodio più discutibile riguarda l’acquisto di un motore usato per la sua auto. Con il titolare storico, Ezio Bonfanti, 71 anni, di Palazzago, si conoscono da vent’anni. Lo racconta Porcino stesso, quando nel corso delle indagini viene sentito come persona informata sui fatti. L’allora direttore del carcere avrebbe chiesto al carrozziere di cercargli un motore. Insieme sarebbero poi andati a recuperarlo in un’autofficina fuori provincia dedita alla ricettazione di ricambi di dubbia provenienza. Che sia stato commesso un reato è da dimostrare. Comunque, per chi indaga anche questo fatto è significativo del modus operandi dei Bonfanti, sul cui ruolo sono in corso approfondimenti. Quando assecondavano gli amici finanzieri, registrati nella rubrica del telefono come «Raffaele Finanz.», «Luciano Finanza», «Carmelo amico Luciano», erano semplici vittime o complici nei raggiri alle compagnie?

Era con Ezio Bonfanti che Porcino si interfacciava. Ma è il figlio Marco, 44 anni, di Villa d’Almè, che racconta dei pneumatici, dei tagliandi, delle riparazioni. Tutto gratuito con il bonus parenti e amici, che chiedevano lo sconto. In almeno un caso, il pubblico ufficiale avrebbe anche chiesto il risarcimento per una finta grandinata, anche se lui sostiene il contrario. Come sulle gomme invernali, assicura di avere pagato regolarmente.

In questo intreccio di presunte furbate, due vicende si sovrappongono. Succede con Raffaele Alessio, 51 anni, originario di Casabona, Catanzaro, uno dei cinque finanzieri in servizio all’Accademia. Il settimo lavora al distaccamento di Orio. Sono tutti piantoni e autisti, che nulla hanno a che fare con la formazione degli allievi o con attività investigative. Secondo gli accertamenti condotti dai suoi stessi colleghi, Alessio sarebbe stato il più introdotto coi Bonfanti, dai quali avrebbe ottenuto, tra gli altri trattamenti di favore, 2.600 euro: l’indennizzo per le riparazioni alla sua Bmw. Ma Alessio finisce anche nelle carte su Porcino. È lui a scattare la fotografia alla scheda elettorale con la preferenza all’assessore regionale al Turismo Lara Magoni, eletta con Fratelli d’Italia anche in Senato. E poi a mandarla, via WhatsApp, come prova del piacere assecondato, all’amico Francesco Bertè, il direttore sanitario del carcere tra gli indagati. Lui e Magoni si conoscono. Il medico, interrogato ai tempi degli arresti domiciliari (ora è libero), aveva spiegato di averla sponsorizzata per ricambiare la premura che lei gli aveva riservato quando era semplice consigliere. L’aveva contattata per capire come accedere ad alcuni fondi del ministero dei Beni culturali per il cinema. Una questione personale. Magoni l’aveva fatto richiamare da un suo assistente, anche se poi la pratica non era stata avviata per mancanza di requisiti. Nulla di torbido, insomma.

Assistito dagli avvocati Rocco Lombardo e Federico Pedersoli, Alessio lunedì si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip Maria Luisa Mazzola lo ha convocato con gli altri militari per decidere sulla misura cautelare della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficiale chiesta dal pm Fabio Pelosi. La riserva sarà sciolta fra due settimane anche sulla base delle memorie depositate dalla gran parte degli indagati e l’interrogatorio di Angelo Salomè, 44 anni, napoletano, rinviato per legittimo impedimento. L’accusa generale, al momento, è di concussione e istigazione alla corruzione. Sempre lunedì la Cardme, la società che ha gestito per un periodo la carrozzeria, è stata dichiarata fallita per 650 mila euro di debito.

bergamo.corriere.it

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