Avellino: un mattone introvabile ha bloccato i lavori del penitenziario
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STORIA Avellino: un mattone introvabile ha bloccato i lavori del penitenziario 25/06/1972 

Il nuovo edificio dovrebbe sorgere ad Avellino da tre anni. Ad Avellino, un mattone dalle caratteristiche introvabili blocca da circa tre anni la costruzione del nuovo carcere giudiziario, che dovrà sorgere nella località «Polverista», sulla statale «88» Avellino-Salerno. I lavori, appaltati nel dicembre 1969 per un importo complessivo di tre miliardi e mezzo, sono tuttora allo stato iniziale. Il sindaco di Avellino, dottor Antonio Aurigemma (in foto ndr), ha inviato una lettera al ministro dei Lavori Pubblici con la quale chiede il suo intervento perché «coi provvedimenti che vorrà adottare, direzione ed impresa siano messe in condizioni di procedere alla costruzione di un'opera di vitale interesse per la città e di utilizzare un miliardo e mezzo di stanziamento in una zona ed in momenti desolatamente caratterizzati dalla crescente disoccupazione».

«Nel lontano dicembre 1969 — afferma tra l'altro il sindaco Aurigemma — fu appalta-to il primo lotto dei lavori per la costruzione del nuovo carcere giudiziario di Avelli-no, per l'importo di settecen-to milioni circa. Il lotto prevedeva la costruzione del muro di cinta, di tre padiglioni e la sistemazione interna». «A distanza di circa tre anni — continua il sindaco — nonostante gli autorevoli inviti ad uno snellimento delle pratiche ed alla celerità di esecuzione, risultano eseguiti quasi esclusivamente i lavori di sbancamento e di fondazione del muro di cinta per un importo di 180 milioni circa.

L'ulteriore stanziamento di un miliardo per il completamento dell'opera ha sottolineato con maggiore evidenza la paradossale situazione: un miliardo e mezzo inutilizzato ed il rinvio di un'opera di vitale importanza.

«La stasi dei lavori — afferma il sindaco — sembra dipendere da un mattone: e precisamente dal "mattone pressato pieno e sabbiato nell'Italia centrale per la costruzione dei padiglioni richiesto dal capitolato per la costruzione dei padiglioni e per la listatura del muro di cinta". Il mattone in parola fu cercato, ma inutilmente. Infatti non è più prodotto nell'Italia centrale; le ricerche sono state fatte anche nell'Italia meridionale — ma le prove di laboratorio hanno escluso l'idoneità del mattone prodotto dal Sud e poi nell'Italia centro-settentrionale (una ditta di Bologna ha fornito una campionatura, da alcuni mesi sub judice).
"Non discuto - conclude il sindaco - anzi apprezzo lo scrupolo con il quale si tenta di costruire il carcere per il meglio secondo il capitolato, ma mi sembra altrettanto doveroso chiedere l'intervento ministeriale".

La Stampa 25 giugno 1972


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