Carcere di Monza: televisori nelle celle, iniziativa unica in Italia
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STORIA Carcere di Monza: televisori nelle celle, iniziativa unica in Italia 18/04/1973 

I detenuti potranno assistere agli spettacoli del primo e secondo canale tutte le sere - La mancanza di apparecchi tv in passato aveva provocato rivolte. Un impianto televisivo centralizzato, con schermi a dodici pollici in ogni cella, verrà presto installato nelle carceri giudiziarie di Monza.

Nei giorni scorsi il procuratore della repubblica, dott. Luigi Recupero, ha firmato i bandi di concorso per la gara di appalto, cui parteciperanno una decina di industrie specializzate nel settore. L'impianto, a quanto risulta, sarebbe il primo del genere in Italia. In altre carceri i detenuti possono assistere ai programmi televisivi stando nelle celle, ma hanno a disposizione normali apparecchi televisivi che spesso, come è accaduto a San Vittore, vengono manomessi irreparabilmente dagli stessi reclusi.

La proposta di installare un impianto del genere era partita lo scorso anno dallo ispettorato distrettuale di Milano (organo periferico del ministero di Grazia e Giustizia) che aveva chiesto al dott. Recupero di studiare il problema e fornire le necessarie indicazioni.

L'argomento « televisione » era stato uno dei motivi che, in passato, avevano determinato alcune rivolte di detenuti: la scarsità di agenti di custodia aveva infatti indotto più volte il direttore del carcere a non concedere ai reclusi il permesso di riunirsi nella sala dove è installato l'unico televisore. Il nuovo impianto centralizzato eviterà ora questo inconveniente, permettendo inoltre ai detenuti di assistere ai programmi televisivi tutte le sere.

La Stampa 18 aprile 1973


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