Carcere preso d'assalto dall'Isis: almeno 21 morti a Jalalabad, nell'est dell'Afghanistan
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ESTERO Carcere preso d'assalto dall'Isis: almeno 21 morti a Jalalabad, nell'est dell'Afghanistan 03/08/2020 

Sarebbe ancora in corso l’attacco di militanti dell’Isis in una prigione a Jalalabad, nell'est dell'Afghanistan. L’attentato è iniziato ieri alle 18:30 ora locale e, dopo 14 ore, andrebbe ancora avanti. Al momento le vittime sarebbero 21, tra loro molti civili e bambini. 43 invece sarebbero i feriti.

L’attacco è iniziato con un’autobomba all’ingresso del carcere, poi un commando di uomini armati è entrato sparando contro la polizia. Altri si sarebbero asserragliati nei palazzi vicini.

Il portavoce del governatore di Nangarhar, Attaullah Khogyanai, ha aggiunto che sono stati uccisi almeno quattro jihadisti. Uno di loro è morto nell'esplosione dell'autobomba e altri tre negli scontri con le forze di sicurezza.

Nel carcere ci sono 1.500 persone. Tra i detenuti ci sono molti talebani e membri dell'Isis. Le forze di sicurezza – secondo il portavoce del governatore- sarebbero impegnate a liberare passo passo la prigione. Decine di famiglie residenti in palazzi vicini sono state messe in salvo, ma non si esclude che ci siano ancora altre persone intrappolate ai piani superiori dell'edificio dove si nascondono i jihadisti. "Le forze di sicurezza si muovono lentamente e con attenzione per ripulire l'edificio piano per piano, stanza per stanza, per proteggere i civili che magari sono rimasti intrappolati".

L'assalto ha permesso a diversi detenuti di fuggire, tuttavia, "almeno 700 prigionieri sono stati catturati nuovamente e si trovano attualmente in una prigione temporanea", ha aggiunto Khogyanai, che non ha voluto dire quanti prigionieri rimangono nel carcere. L’attacco dell’Isis arriva il giorno dopo che i servizi segreti afghani hanno reso noto di aver ucciso Ziaurahman, noto come Assadullah Orakzai, il capo dell'intelligence dell'Isis, in un'operazione delle forze speciali avvenuta sabato a Jalalabad. Assadullah Orakzai, che è di origine pakistana, era ritenuto la 'mente' dietro numerosi attentati contro civili in Afghanistan.

Domenica era il terzo e ultimo giorno del cessate il fuoco annunciato dai talebani e dal governo di Kabul in occasione della festa musulmana di Aid al Adha, la "festa del sacrificio"; una tregua, la terza in 19 anni, durante la quale non ci sono stati incidenti e che dovrebbe spianare la strada all'atteso dialogo inter afghano per la pace.

rainews.it


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