Circolare DAP del 21 marzo sospesa: solo sospesa. Ecco il documento in PDF
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MAFIA 41-BIS Circolare DAP del 21 marzo sospesa: solo sospesa. Ecco il documento in PDF 22/06/2020 

Finalmente hanno revocato ( rectius sospeso) la circolare del DAP del 21 marzo. Un provvedimento del 6 giugno a firma congiunta del capo e del vicecapo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Ancora una volta di sabato. Deve portare male questo giorno. Proprio mentre il Tribunale di Sorveglianza di Sassari stava valutando se rimettere in carcere Pasquale Zagaria, poi lasciato ai suoi comodi arresti domiciliari.

Si pone fine alla pagina più brutta della storia della gestione carceraria di questo Paese. Anzi no. Per ora si sospende. C’è ancora qualcosa che non va. La famigerata circolare si sarebbe dovuta revocare subito, cancellare, distruggere, e cercare di sbiadirne rapidamente anche il ricordo, non fosse altro per rispetto di tutte le vittime dei mafiosi e degli assassini che ha contribuito a far scarcerare. Invece si sospende. Perché? Quando sospendi un provvedimento è perché si pensa di poterlo poi far rivivere.

Speriamo proprio di no!

SCARICA LA CIRCOLARE DAP CHE SOSPENDE QUELLA DEL 21 MARZO 2020

E allora perché sospendere se non per continuare a difendere l’indifendibile. Peraltro nei giorni in cui emerge drammaticamente che anche altri dirigenti del DAP ne avevano segnalato la scontata pericolosità. Anche quando il suo autore, il dottor Giulio Romano, audito dalla Commissione parlamentare Antimafia sta ammettendo tutti gli errori del suo ufficio nella scarcerazione di Zagaria. Badate bene non solo un errore di invio di una mail, come sembra trapelare, ma un errore di gestione su tutta la linea. Un errore tanto pesante da far indignare tutti i cittadini e di cui vergognarsi.

Ed invece l’atteggiamento del dottor Romano (nominato il 20 febbraio del 2020 Direttore Generale dei Detenuti e del Trattamento e dimessosi di recente, ndr) tutto sembra tranne che di prostrazione. Sta raccontando i fatti (meglio le nefandezze) della sua gestione come se il fatto non fosse il suo. Come quasi volesse minimizzarne gli effetti: e che sarà mai se si è consentito a qualche centinaio di mafiosi di tornare beatamente nelle proprie terre? A comandare, a continuare ad intimidire, a mostrare a tutti che le mafie sono ancora potentissime e continuano fin troppo facilmente a stravincere la quotidiana battaglia contro lo Stato. A dimostrare ancor più tragicamente che quei magistrati (pochi ed isolati) che combattono tutti i giorni sul campo in prima linea questa battaglia sono sempre più soli.

E che sarà mai un piccolo innocente errore? Si parla tanto e spesso fuori luogo di responsabilità dei magistrati. Ma chi pagherà per questi errori? Troppo facile dimettersi e tornare al suo comodo posto garantito di origine. Ammesso che anche per lui non si riapra qualche porta girevole del Ministero.

Forse un giorno qualcuno ci spiegherà che cosa è successo in questi mesi drammatici non solo per l’emergenza epidemiologica. Le mafie hanno già ripreso ad ammazzare. Ieri è stato trucidato il fratello di un collaboratore di giustizia nel napoletano. Si è già aperta una nuova stagione criminale, vanificando gran parte del lavoro e del sacrificio di tanti altri magistrati perbene.

Qualcuno ne dovrà rispondere e non solo con delle fin troppo facili e scontate dimissioni. Bisogna tornare ad affermare il principio di responsabilità per i propri errori.

E così mentre i nuovi vertici del DAP “sospendono” soltanto un provvedimento criminogeno, c’è chi sta valutando di promuovere un’azione popolare di responsabilità perché chi ha sbagliato risarcisca veramente -almeno in parte – i danni provocati. E questa sarebbe un’altra mazzata tremenda alla credibilità di una istituzione che è centrale nella lotta alla mafia. La verità è che nei posti di responsabilità non si possono mettere incompetenti e pavidi. Il Paese, mai come in questo momento, ha bisogno di persone competenti e coraggiose.

di Catello Maresca - juorno.it

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