Clamoroso episodio nel vecchio carcere di Novara. Due detenuti sono evasi dalla prigione dopo avere accoltellato un guardiano
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STORIA Clamoroso episodio nel vecchio carcere di Novara. Due detenuti sono evasi dalla prigione dopo avere accoltellato un guardiano 15/11/1970 

Clamoroso episodio nel vecchio carcere di Novara Due detenuti sono evasi dalla prigione dopo avere accoltellato un guardiano Sono un novarese e un giovane abitante a Nichelino con una lunga carriera di furti e di violenze - Hanno aggredito il custode durante l'ora delle visite portandogli via la chiave del portone - Subito dopo, in pieno centro, minacciano con un coltello un automobilista e fuggono sulla sua macchina - Inutili le ricerche.

Due detenuti sono evasi dal carcere di Novara, dopo avere aggredito e accoltellato una guardia, impossessandosi della chiave. Appena fuori dalla prigione, hanno rapinato un impiegato di banca e sono fuggiti con la sua auto. Protagonisti della drammatica vicenda sono Enrico Luidelli, di-24 anni, da Novara, e Giuseppe Sanzone, dì 22 anni, residente a Nichelino in via Mameli 4.

L'evasione è avvenuta poco dopo le 13,30. Il Luidelli si è avvicinato alla porta del parlatorio e, approfittando del fatto che l'agente di custodia Corrado Serravalle, di 50 anni, aveva aperto il cancelletto per fare passare un altro detenuto incaricato della distribuzione della biancheria, si è infilato a sua volta, impedendo all'agente di chiudere. In quel momento è sopraggiunto il Sanzone, il quale ha sferrato un pugno all'appuntato Serravalle. Mentre il Luidelli si impossessava della chiave ed apriva il portone che dà direttamente accesso su piazza Martiri della Libertà, il Sanzone ingaggiava una violenta colluttazione con l'agente di custodia e lo colpiva ripetutamente con un lungo coltello da cucina, fino a farlo cadere a terra sanguinante.

I due detenuti, usciti dal carcere (un vecchio castello visconteo da circa un secolo adibito a prigione), richiudevano la porta a chiave e, di corsa, attraversavano piazza Martiri, affollata di auto in sosta. All'incrocio con via Ravizza, era ferma allo stop una « Fulvia coupé » targata Novara 147721, con al volante il proprietario, Michelino Omodei Zorini, di 33 anni, impiegato di banca, residente a Vespplate. « E' stata questione dt un attimo: uno dei giovani ha aperto la portiera, puntandomi alla gola un coltello, mi ha intimato di scendere immediatamente. Non avevano certo l'aria di scherzare, e non mi è rimasto che ubbidire. Messosi al volante con a fianco il suo amico, è partito verso piazza Bellini. Non credo potessero andare molto lontano — ha aggiunto Omodei Zorini — l'indicatore della benzina segnava il rosso della "riserva", e allorché sono stato rapinato stavo per l'appunto recandomi a fare il pieno al distributore di piazza Martiri. Con la macchina mi hanno rubato il cappotto e 25 mila lire che erano in una borsa».

Omodei Zorini è entrato al ristorante « Borsa » a non più di dieci metri dal luogo della rapina, dando l'allarme. E' accorsa un'auto della Volante e un gruppo di agenti, a piedi, si è portato sul posto dalla vicina questura. « Gazzelle » dei carabinieri, « pantere » dell:t polizia, insieme con i motociclisti della Stradale, partivano per ogni direzione, istituendo posti di blocco un po' dappertutto; dei due evasi, però, non s'è trovata traccia.

In carcere venivano intanto prestati i primi soccorsi all'appuntato Serravalle, un uomo che da 25 anni presta servizio a Novara. Il dott. Giuseppe Fortina, medico del carcere, gli riscontrava una ferita di striscio all'altezza della carotide, un'altra all'orecchio, e una terza allo zigomo, e infine alle mani. Tutte e cinque le ferite risultano provocate con arma da punta e taglio; l'agente è stato giudicato guaribile in 15 giorni.

Per chiarire i particolari della fuga, come essa sia stata possibile, e soprattutto come mai il Sanzone fosse in possesso di un lungo coltello ( probabilmente sottratto alla stessa cucina del carcere), è stata aperta un'inchiesta. Sembra comunque che l'evasione, a parte l'aggressione all'agente di custodia e la estrema decisione con la quale hanno agito i due carcerati, sia stata favorita in un certo senso dalla confusione che regnava all'ingresso, essendo giorno ed ora di visite. Sembra che gli evasi abbiano goduto della complicità di almeno due altri detenuti, uno dei quali, con il pretesto di portare la biancheria di ricambio, ha fatto aprire la. porta che immette al parlatorio, ed attraverso la quale sono passati prima il Luidelli e poi il Sanzone.

Quest'ultimo, per quanto giovane, ha un curriculum assai qualificante. Il 24 novembre di cinque anni fa, con altri due complici, è stato protagonista di un drammatico inseguimento da parte dei carabinieri. Sorpresi a rubare, erano fuggiti in auto e tra Novara e Oleggio c'era stata una sparatoria conclusasi con la cattura dei ladri. In carcere per altri reati contro il patrimonio, il 6 novembre scorso il Sanzone era comparso in Tribunale, dove aveva tenuto un atteggiamento spavaldo. Era stato condannato per furto e resistenza a pubblico ufficiale a quattro anni e dieci mesi, complessivamente dovrà scontare una decina d'anni.

Il Luidelli, che era uscito di prigione nel giugno scorso beneficiando dell'amnistia era stato arrestato in luglio in Germania per furto. Condannato per direttissima a nove mesi, era evaso dopo pochi giorni. Tornato in Italia, era stato arrestato e condannato per furto a due anni. Per l'evasione, l'aggressione all'agente di custodia e la rapina, il Sanzone ed il Luidelli rischiano non meno di dieci anni, condanna che potrebbe essere assai più grave qualora venisse loro contestato il tentato omicidio dell'agente di custodia.

La Stampa 15 novembre 1970


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