Detenuti al lavoro sui fascicoli della Procura di Napoli: convenzione tra Procura e Prap Napoli
Home > NOTIZIE

 

NOTIZIE Detenuti al lavoro sui fascicoli della Procura di Napoli: convenzione tra Procura e Prap Napoli 08/01/2020 

Reca la firma del 13 dicembre scorso ed è stato già diramato agli uffici di competenza coinvolti il protocollo d’intesa per la promozione di progetti di lavoro di pubblica utilità, destinati a chi è in carcere, tra il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria campana e la Procura della Repubblica di Napoli .

Il protocollo è stato raggiunto per evitare che la macchina della giustizia collassi a causa dell'insufficienza del personale ausiliario, insufficiente rispetto alla mole di lavoro.

Non è stato ancora reso pubblico nei dettagli, ma ha già provocato malumori e perplessità negli ambienti giudiziari come riferito da Fanpage.it.

Un’opportunità concreta di reinserimento sociale e lavorativo, ma restano i dubbi sull’emergenzialità della convenzione – Ai detenuti verrà affidata la cosiddetta movimentazione, cioè il trasporto di atti e fascicoli nell’ambito di precisi iter operativi, individuati da un gruppo di lavoro congiunto delle amministrazioni contraenti e sottoposti all’autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Sarà il Provveditorato campano a selezionare tra i reclusi presenti nei suoi istituti penitenziari quelli più validi a partecipare al progetto. Una best practice, quella messa in atto grazie alla collaborazione fra due soggetti istituzionali, per ridare dignità ad un terzo soggetto debole. Il quale, invece di essere lasciato tutto il giorno senza far nulla in cella, può acquisire una professionalità che potrà spendersi una volta terminata l’espiazione della pena. Nessuna critica, dunque, è stata mossa alle finalità di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, i dubbi da parte degli addetti ai lavori pongono altri tipi di riflessioni ed interrogativi.

“Perché si affidano fascicoli a detenuti, ma ad un lavoratore giudiziario si chiede l’essere immune da precedenti penali e se indagato, viene sospeso dal servizio?” – «La piena comprensione per il nobile fine del reintegro sociale, peraltro sempre al vaglio della magistratura di sorveglianza, soddisfa – si chiede Mario de Rosa, segretario regionale Confsal-Unsa, l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa nel Ministero della Giustizia – gli standard di sicurezza richiesti dalla particolare tipologia dell’attività di una Procura, impegnata in più campi ma soprattutto nel contrasto alla criminalità organizzata? La movimentazione dei fascicoli verrà affidata a detenuti, cioè a soggetti in espiazione della pena a seguito di condanna definitiva. Né, a mio avviso, la conoscenza del contenuto di tale protocollo può rafforzare la fiducia, già a livelli molto bassi, del cittadino  comune nella giustizia».

La preoccupazione è che, da una parte, in tempi di spending review si dimentichi la delicata questione della tutela della riservatezza e, dall’altra, si crei una disparità di trattamento. Due pesi e due misure. «Al detenuto si affidano fascicoli, ma a chiunque aspiri ad un impiego  – spiega il sindacalista – si chiede, previa esclusione, l’essere immune da precedenti penali e, se  nel corso del suo rapporto contrattuale è destinatario di una iscrizione nel registro degli indagati per fatti gravi, viene sospeso dal servizio e privato del 50% del salario. È successo ad un lavoratore giudiziario napoletano, sospeso e senza stipendio fino al termine del processo, pur senza essere stato destinatario fino ad oggi e a distanza di sei mesi di alcuna misura cautelare».

 

La carenza d’organico negli uffici giudiziari colmata con i progetti di lavoro di pubblica utilità previsti dalla legge per i detenuti, a titolo volontario e gratuito – La situazione è emergenziale, destinata ad aggravarsi per il progressivo pensionamento del personale ausiliario: i fascicoli aumentano, i rinforzi non arrivano e si rischia la paralisi del servizio. Da qui la necessità di promuovere iniziative, come il protocollo d’intesa, volte a reperire con urgenza aiuti esterni. Lo prevede l’articolo 20 ter della legge 354/75 che dispone la possibilità per i ristretti di “chiedere di essere ammessi a prestare la propria attività a titolo volontario e gratuito nell’ambito di progetti di pubblica utilità, tenendo conto anche delle specifiche professionalità e attitudini lavorative”.

Leggi tutto su: https://napoli.fanpage.it/detenuti-lavoro-procura-napoli/


Google News Penitenziaria.it SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS