Droga e telefoni all'Ucciardone, l'ex direttrice: sindacato accusa celle aperte e volontari, è un riferimento infame
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NOTIZIE Droga e telefoni all'Ucciardone, l'ex direttrice: sindacato accusa celle aperte e volontari, è un riferimento infame 20/04/2019 

L’ultima iniziativa è quella della realizzazione del Carro per il Festino di Santa Rosalia. Ad assemblarlo saranno i detenuti dell’Ucciardone in un cantiere all’interno del carcere che è visibile dalla strada. Uno degli esempi dell’apertura al territorio che in questo carcere ha dato buoni frutti. Un tema, quest’ultimo, al centro della polemica scoppiata dopo le dichiarazioni del sindacato Osapp della Polizia Penitenziaria all’indomani del ritrovamento di 100 grammi di hashish e di un telefonino all’interno di una sezione a regime aperto, cioè dove i detenuti sono liberi di spostarsi dalle 8 alle 20 per partecipare a diverse attività. Adesso quella sezione è stata chiusa. "Nel carcere entrano troppi volontari. La direttrice Barbera aveva deciso un regime talmente libero da diventare incontrollabile", ha dichiarato il segretario regionale Dario Quattrocchi.

Dichiarazioni che hanno scatenato la polemica soprattutto sulla buona riuscita del regime aperto. All’Ucciardone c’è un laboratorio teatrale, una biblioteca, un pastificio. I detenuti con la guida dell’attore Lollo Franco hanno anche partecipato alle "Vie dei tesori". È stato inaugurato un centro diurno per i detenuti con problemi psichici e ieri sera è stata organizzata la Via Crucis tra i viali della casa circondariale. "Il regime aperto va sperimentato e è una grande opportunità — spiega il Garante dei detenuti Giovanni Fiandaca — e d’altra parte la presenza di cellulari è stata riscontrata al di là del regime aperto o meno. Il regime aperto non è da criminalizzare".

Sulla riuscita del regime aperto Francesco Basentini, capo nazionale del Dap, parla di luci e ombre: «Il regime delle celle aperte ha presentato degli aspetti critici per la crescita del numero di aggressioni al personale della Polizia Penitenziaria e ai detenuti. Ne vengono segnalate almeno quattro al giorno». Sul ritrovamento dei cellulari dice: "Se ne trovano sempre di più nei regimi di media sicurezza. Non dobbiamo escludere che possono entrare anche grazie a chi va in permesso. I detenuti li nascondono in qualsiasi parte del corpo. Droga e cellulari possono entrare in qualsiasi carcere ma possono diventare un business all’interno di sezioni a regime aperto. Stiamo investendo su metal detector e unità cinofile. Ci siamo dotati di dispositivi che rilevano la presenza di cellulari e di disturbatori di segnali telefonici".

All’Ucciardone negli ultimi due anni sono stati sequestrati una ventina di telefonini di dimensioni piccolissime, poco più di 5 centimetri, anche nelle sezioni ordinarie. L’inchiesta interna è affidata alla Polizia Penitenziaria ma sull’entrata di cellulari e droga nel carcere sta indagando anche la procura che è a caccia di eventuali complicità. Rita Barbera, direttrice per 8 anni all’Ucciardone e adesso in pensione, risponde alle accuse del sindacato Osapp: "Chiudere le celle non è la soluzione del problema". Rita Barbera è amareggiata: "Il sindacalista ha fatto riferimento ai volontari, un riferimento infame. I volontari sono scelti da noi anche su basi morali e sottoposti a severi controlli. Mi auguro che tutto non torni al passato soprattutto per il bene dei detenuti".

Anche la città dei volontari ha voluto rispondere alle dichiarazioni dell’Osapp: “Dovremmo chiederci cosa sarebbero le carceri senza il servizio del volontariato. Ritornare ad un clima di ritorsioni punitive nei confronti dei cittadini detenuti non solo non serve a nulla e sarebbe anacronistico – dice Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro di Brancaccio - ma non ha mai dato i risultati sperati da un certo pensiero giustizialistico. Il Centro di Accoglienza Padre Nostro sin dalle sue origini ha avuto un’attenzione particolare all’”Altra Città” che è il carcere e noi i risultati ve li possiamo dimostrare”.

palermo.repubblica.it

Polizia Penitenziaria trova hashish e un telefonino nel magazzino del carcere di Palermo Ucciardone


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