Ecco tutti gli interessamenti di Antonello Nicosia per le carceri: dall'alleggerimento del 41-bis alla chiusura di alcuni penitenziari
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MAFIA 41-BIS Ecco tutti gli interessamenti di Antonello Nicosia per le carceri: dall'alleggerimento del 41-bis alla chiusura di alcuni penitenziari 04/11/2019 

Sono numerosi gli impegni che Antonello Nicosia, l'assistente parlamentare arrestato al'alba di oggi dalla Guardia di Finanza nell'operazione coordinata dalla Dda di Palermo, si era preso nei confronti del pianeta carcere. Così scrivono i pm nel fermo.

L'indagato avrebbe fatto un "uso strumentale" del rapporto di collaborazione il parlamentare "per accedere all'interno di diverse carceri italiane "ed avere - sostengono gli investigatori - contatti anche con esponenti reclusi di Cosa nostra". "In virtù'" di questo rapporto di collaborazione, Nicosia ha partecipato ad alcune ispezioni carcerarie parlamentari "e ha sicuramente", evidenziano gli investigatori, fatto accesso all'interno delle carceri di Sciacca, Agrigento, Trapani e Tolmezzo (Udine) "senza la preventiva autorizzazione del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e cioè sfruttando - ancora gli inquirenti - le prerogative riconosciute dalle norme sull'ordinamento penitenziario ai membri del Parlamento e a coloro che li accompagnano". 

Accessi nelle carceri

Nicosia ha potuto accedere agli Istituti penitenziari in brevissimo tempo ben quattro volte: il 21 dicembre 2018 a Sciacca, il giorno successivo a Trapani e ad Agrigento, il 1 febbraio 2019 a Tolmezzo". Lo scrivono i pm nel provvedimento di fermo. "Inoltre, col passare del tempo - dicono i magistrati - Nicosia giungeva addirittura a pianificare ulteriori pericolose iniziative sempre progettando di sfruttare, a tal fine, il rapporto con l'Onorevole Occhionero".

Accredito presso Camera dei Deputati per contattare detenuti al 41-bis

"Il massimo obiettivo auspicato da Antonello Nicosia era quello di formalizzare una collaborazione con la Camera dei Deputati, come noto prevista dai regolamenti parlamentari, grazie alla quale egli avrebbe potuto fare visita financo ai detenuti sottoposti al regime speciale di cui all'art. 41 bis". "Lo stesso Nicosia rivelava tale circostanza in una conversazione del 4 gennaio 2019 col proprio conoscente Pippo Bono - dicono i pm nel fermo- In particolare, l'indagato confidava espressamente al proprio interlocutore di aver ottenuto un ''contratto'' con l'Onorevole Occhionero non per ragioni economiche e di lavoro bensì per la possibilità di fare ingresso nelle carceri e, più in particolare, per far visita ai detenuti sottoposti al predetto regime di ''carcere duro''. 

"Le ho fatto l'interrogazione parlamentare, mi ha detto: "senti ma ti faccio un contratto". Contratto, gliel'ho detto: "che contratto mi fai?"", dice nella intercettazione parlando della deputata ex Leu e oggi Italia Viva Giuseppina Occhionero. "Che minchia di contratto devi fare?", chiede Bono. E Nicosia: "No vabbé gli ho detto come assistente parlamentare ma anche senza soldi. Che minchia, sennò mi deve dare 10.000 euro al mese a me, quelli che prendi tu. perché io che minchia faccio... le ho detto: "mi fai un contratto per entrare ed uscire dalle carceri e basta". Ogni tanto … (incomprensibile si accavallano le voci)". E Bono: "Ti metti il ferro dentro la porta … minchia ho a questo che mi scrive tutto quanto...". Nicosia: "No ma io non ci scrivo un cazzo, senza soldi niente le scrivo, mi giro". E ancora: "No, mi giro le carceri invece, visto che non potevo entrare ... così con lei entro". "Faccio un sacco di cose hai capito? Ho trovato questo éscamotage".

Alleggerire il 41-bis e chiudere alcune carceri

"Sfruttando il baluardo dell'appartenenza politica, il Nicosia ha addirittura portato avanti l'ambizioso progetto di alleggerire il regime detentivo speciale di cui all'art. 41 bis o di favorire la chiusura di determinati istituti penitenziari giudicati inidonei a garantire un trattamento dignitoso ai reclusi".

Trasferimento del detenuto Santo Sacco

per il detenuto Santo Sacco", l''indagato aveva sollecitato la Occhionero (la deputata di cui era assistente) ad attivarsi per far trasferire il detenuto dalla Casa circondariale di Nuoro (dove era effettivamente detenuto) a quella di Roma perché, da tale trasferimento, per ragioni allo stato non perfettamente decifrabili, lei avrebbe potuto ottenere, sempre a detta del Nicosia, un servizio di scorta e così evitare faticose trasferte in treno dal Molise (luogo di residenza del Deputato) a Roma".

Contatti con Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro

Nicosia, che aveva accesso ad alcuni istituti di detenzione, si sarebbe "adoperato fattivamente al fine di favorire alcuni detenuti rientranti nel circuito del latitante Matteo Messina Denaro", tra cui il cognato del boss di Castelvetrano, Filippo Guttadauro, attualmente sottoposto al regime del carcere duro.

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