Giacinto Siciliano era tra gli obbiettivi delle lettere bomba: anche il direttore del carcere di Opera nel mirino degli anarchici
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NOTIZIE Giacinto Siciliano era tra gli obbiettivi delle lettere bomba: anche il direttore del carcere di Opera nel mirino degli anarchici 21/05/2019 

Sono anche riportate le minacce rivolte all'ex Direttore del carcere di Milano Opera, Giacinto Siciliano (attualmente direttore di Milano San Vittore) nell'ordinanza di custodia cautelare che oggi ha dato il via agli arresti di tre anarco-insurrezionalisti, autori di attentati esplosivi inseriti nella campagna di lotta contro la repressione del giugno 2017.

Giacinto Siciliano, attuale direttore del carcere di San Vittore, che per molti anni però ha guidato il penitenziario di Opera, oltre ad essere il falso mittente della lettera esplosiva inviata al Capo DAP Santi Consolo, era anche uno dei possibili obbiettivi dei tre arrestati.

E' quanto si evince da un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare: "L'indicazione del direttore della casa di reclusione di Opera, Giacinto Siciliano, quale plausibile mittente del plico e gli ulteriori elementi emersi dalle indagini - scrive il gip Stefania Pepe - attestano che l'attentato e' stato determinato anche dalla volonta' di vendicare il supposto inumano trattamento che il sistema penitenziario, nella persona di Siciliano, avrebbe riservato al compagno anarchico Maurizio Alfieri". Siciliano "era ritenuto responsabile del severo trattamento penitenziario a cui Alfieri era sottoposto e del trasferimento alla casa circondariale Poggioreale di Napoli, che si riteneva fosse stato disposto a scopo punitivo". L'indicazione di Giacinto Siciliano come possibile obiettivo emerge da un volantino agli atti dell'indagine in cui si legge che "i diretti responsabili" dell'"accanimento nei confronti di Maurizio Alfieri sono da individuare nel direttore del carcere di Opera, Giacinto Siciliano, che ha deciso, sono parole sue, di farlo murare vivo trasferendolo a Poggioreale con il benestare del direttore del carcere napoletano, Antonio Fullone". Il foglio si conclude con una dichiarazione di 'guerra': "Noi, che vogliamo la distruzione di questo mondo di sbarre e chiavistelli, non possiamo permettere che Maurizio subisca tutto questo senza reagire".

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