I boss mafiosi se ne vanno sollievo (e turisti) a Filicudi
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STORIA I boss mafiosi se ne vanno sollievo (e turisti) a Filicudi 23/06/1971 

Sulla stagione turistica delle Eolle non incombe più lo spettro della mafia: domani Filicudi verrà sgomberata dai quindici « boss » che vi erano stati inviati in soggiorno obbligato ventisette giorni fa, 11 26 maggio. La nuova « operazione » è ammantata dal più stretto riserbo.

Si sa comunque che il gruppo capitanato dal siculo-americano John Bonventre, a bordo di una corvetta della marina militare verrà trasferito all'Asinara, una delle più sperdute e selvagge isole minori d'Italia. Posta di fronte alla costa nord occidentale della Sardegna, l'isola, che amministrativamente dipende dal comune di Porto Torres, non conta alcun abitante « stabile » e da molti anni ormai è sede di una colonia penale agricola.

Gli unici a dimorarvi sono un imprecisato numero di ex detenuti, che debbono scontare un periodo supplementare di sorveglianza e di lavoro coatto, e un'altrettanto sconosciuta quantità di agenti addetti alla loro custodia. Pur misurando 52 chilometri quadrati (rispetto ai 9,5 kmq di Filicudi) ed essendo perciò abbastanza vasta, l'Asinara è assai somigliante a un grande scoglio affiorante dal mare. E' del tutto priva d'acqua che vi viene trasportata. I bassi fondali — circa 4 metri — che cingono la zona ove si trova la colonia penale non consentono l'attracco d'imbarcazioni che non siano le barche dei pescatori.

Ma risola è distante ed è anche giudicata un po' sinistra, per cui sono pochissimi i pescatori sardi che vi si accostano. La nuova decisione, accolta con entusiasmo alle Eolie, non sembra quindi destinata a suscitare le proteste di alcuno. L'impervia Asinara, sul cui mare si affacciano misteriose e vaste' caverne, all'interno delle quali la temperatura raggiunge punte glaciali, non è stata ancora raggiunta dai turisti, al contrario di Filicudi, dove l'altr'anno si registrarono 40 mila « presenze ».

Sono state le sezioni speciali delle corti d'appello di Palermo, e Caltanissetta (la prima lia nella sua giurisdizione anche i~ distretti di Agrigento e Trapani) a «ritoccare» opportunamente il precedente provvedimento, mutando la sede della residenza coatta del « clan » di Bonventre. I compagni del «boss» sono: Gaetano Badai amenti, Giacomo Coppola, Calogero Sinatra, Nicola Cancelliere, Mario Brusca, Giuseppe Ghiaracane, Luigi Cai) Gaetano Accardi, Tommaso Scaduto, Calogero Sacco, Vincenzo Ragona, Antonino Buccellato, Diego Gioia e Rosario Terra' si.

Quando furono spediti a Filicudi, dopo il cruento dupllce omicidio, certamente ordinato dalla mafia, del procuratore capo della Repubblica di Palermo Pietro Scaglione e del suo auista, l'agente di custodia Antonino Lo Russo essi erano già in soggiorno obbligato, sparsi in varie lo calità della penisola. Un altro gruppo di 19 mafiosi, capeggiato dal «boss» Angelo La Barbera e dall'altro palermitano, Rosario Mancino (che si sospetta abbia retto a lungo le fila del contrabbando di droga con il Medio Oriente) venne concentrato invece nell'isoletta di Linosa. A Filicudi la gente accolse i mafiosi dapprima cercando d'impedirne lo sbarco é alzando subito dopo improvvisate barricate con attrezzi da pesca, copertoni d'auto, masserizie e oggetti di ogni tipo. Furono ore di estrema tensione e la notte successiva salpò da Palermo un piroscafo con un contingente di carabinieri — circa duecento — in rinforzo.

A Filicudi sempre l'indomani, per controllare la rivolta senza violenze degli « indigeni », giunsero altri reparti mobili della p.s. e dell'Arma. Per due giorni e mezzo, 1 mafiosi e le forze dell'ordine dovettero sostentarsi con pòche gallette (alcune erano anche avariate tanto che due guardie furono trasportate la ospedale per intossicazione alimentare) e trascorsero la notte all'interno di un bar che il questore di Messina, Reggio D'Aci, aveva requisito d'autorità. Vista inutile ogni resistenza passiva, la popolazione decise di lasciare l'isola e i duecentocinquanta abitanti di Filicudi si trasferirono a Lipari dove furono accolti da parenti od amici oppure alloggiati negli alberghi. Era un modo civile e sferzante' per contestare una scelta inopportuna. Nell'isola tornarono soltanto una decina di giorni dopo, quando il presidente del Consiglio Colombo, nella sua qualità di ministro ad interim della Giustizia, si impegnò perché ] i « quindici » fossero portati altrove.

Tuttavia il 13 giugno, alle elezioni per il rinnovo della assemblea regionale, il seggio elettorale di Filicudi fu disertato e In numerose sezioni della stessa Lipari e di Alicudi, in segno di protesta, si ebbe un'elevata percentuale di astensioni.

Ora nelle Eolie è tornato l'entusiasmò. «E" stata fatta giustizia — ha detto l'ing. Giuseppe Rodriguez, presidente dell'azienda di soggiorno — si è compreso che la scelta che era stata fatta era obiettivamente la meno indicata perché Filicudi e le Eolie sono oggi una realtà turistica fra le più notevoli del Meridione d'Italia.

La Stampa 23 giugno 1971


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