Il CSM nomina i tre sostituti della Direzione nazionale antimafia antiterrorismo: decisivi i voti di Di Matteo, Ardita e Cascini
Home > MAFIA 41-BIS

 

MAFIA 41-BIS Il CSM nomina i tre sostituti della Direzione nazionale antimafia antiterrorismo: decisivi i voti di Di Matteo, Ardita e Cascini 12/11/2019 

Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha nominato tre sostituti alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo guidata da Federico Cafiero De Raho. Sono Roberto Sparagna, sostituto procuratore a Torino; Giuseppe Gatti, sostituto procuratore a Bari; Domenico Gozzo sostituto procuratore generale a Palermo.

Il voto è stato preceduto da un lungo acceso dibattito, nel corso del quale il plenum si è diviso soprattutto sulla nomina di Gozzo che che in passato si è occupato di stragi e che quando era pm a Caltanissetta fece riaprire i processi sulle stragi di Capaci e via D'Amelio viziati dalla falsa testimonianza di Vincenzo Scarantino. Il nome di Gozzo è stato sostenuto soprattutto dai togati di Autonomia&Indipendenza Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita e del togato di Area Giuseppe Cascini.

Dopo il voto su Sparagna e Gatti, i due nomi proposti in tutte le delibere arrivate in plenum, per il terzo posto Gozzo ha prevalso al ballottaggio su Catello Maresca, sostituto procuratore a Napoli che ha nel suo curriculum la cattura del boss di camorra Michele Zagaria, per 11 voti a 8. Di Matteo e Ardita avevano proposto per tutti i 3 posti Gozzo "titolare di processi di straordinaria complessità nei confronti di Cosa Nostra ed anche sulle connivenze con politica e istituzioni, e sulle stragi che hanno segnato la storia del nostro Paese", ha ricordato Di Matteo.

La rosa dei candidati comprendeva 33 magistrati tra i quali anche il pm di Torino Roberto Maria Sparagna, che ha indagato sugli anarchici, l'ex consigliere del Csm, Antonio Ardituro, oggi sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Stefano Dambruoso, sostituto procuratore a Bologna, Francesco Soviero, collocato fuori ruolo presso la Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.

Durante il dibattito in plenum il togato di Unicost Michele Ciambellini, relatore della proposta di maggioranza della commissione, che aveva escluso Gozzo dalla rosa dei nomi, ha sostenuto che ''la Dna non è il luogo in cui possono stare solo siciliani, perché l'antimafia si fa in tutta Italia'' e ha parlato ''indagini antiche'' a proposito di quelle sulle stragi di mafia. Dura la replica di Di Matteo: ''le indagini sulle stragi devono considerarsi antiche? Le indagini di Gozzo sono quelle che il procuratore nazionale ha ritenuto tanto importanti da avere istituito su questo un apposito gruppo di lavoro''. ''La mafia siciliana è quella che ha avuto rapporti collusivi di altissimo livello e che ha ucciso decine di magistrati, forze dell'ordine e giornalisti. Se poi vogliamo dimenticare le stragi come gran parte di questo paese vorrebbe - ha denunciato- dobbiamo avere il coraggio di dirlo, io non le dimentico''.

"Dobbiamo difendere le professionalità, a prescindere dalle appartenenze culturali e senza logiche di gruppo - ha sottolineato Ardita nel formulare con Di Matteo la proposta solo a vantaggio di Gozzo - e non si può dimenticare l'impegno di magistrati che hanno fatto la storia del contrasto a cosa nostra, che operavano mentre i capi mafia erano tutti liberi, ne hanno coordinato le operazioni di cattura, hanno gestito i primi collaboratori, partecipato ai più importanti processi a cosa nostra e sul concorso esterno, come i processi e le indagini sulle stragi di mafia e sui depistaggio''.

Si è discusso anche dei criteri adottati per la scelta da parte della commissione, che ha assegnato i punteggi in base alle competenze non solo nell'antimafia ma anche dell'antiterrorismo, come previsto dalla circolare in vigore. Per il togato di Area Giuseppe Cascini ''era necessario modificare prima la circolare, inserendo anche dei punteggi specifici in merito alle nuove competenze antiterrorismo della Procura nazionale. La terza Commissione ha scelto di dare il punteggio massimo ai candidati che hanno piena esperienza in materia antimafia e antiterrorismo. Si tratta di un criterio non previsto nel bando ed anche opinabile, perché escluderebbe di nominare magistrati che hanno una solida esperienza in una sola delle due materie, e non in entrambe". A difendere le scelte della commissione Michele Ciambellini, che ha spiegato che ''la proposta di maggioranza era in favore di tre magistrati dotati di esperienza antimafia e antiterrorismo, come prevede la circolare in vigore''. 

Non passa la proposta di minoranza della commissione sostenuta da Magistratura indipendente per il passaggio alla Dna di Calogero Piscitello, sostituto a Palermo e ex responsabile del trattamento dei detenuti al Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria.

 


Google News Penitenziaria.it SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS