Il Viminale vieta la proiezione del film sui casalesi diretto dall'ex moglie di Vallanzasca, ma gli organizzatori lo spostano allo Yacht Club di Gaeta
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MAFIA 41-BIS Il Viminale vieta la proiezione del film sui casalesi diretto dall'ex moglie di Vallanzasca, ma gli organizzatori lo spostano allo Yacht Club di Gaeta 30/03/2019 

Prefettura e Commissione Antimafia si sono mosse per lo stop. Ma l'evento è stato spostato in un club poco distante e s'è fatto lo stesso. Una sfida allo Stato, un voler marcare ancora una volta un territorio, mostrando di non temere nessuno.

Il film "Operazione Spartacus. La casalese" - prodotto da Angelo Bardellino, nipote dell'ex capo clan ucciso in una guerra di Camorra negli anni 80 e diretto dall'ex moglie di Renato Vallanzasca Antonella D'Agostino - sta diventando un caso che mostra la delicatezza di quell'area a cavallo tra il Lazio e la Campania.

Prima è arrivato il divieto di proiezione per l'evento organizzato inizialmente in un resort a Spigno Saturnia, comune dell'estremo sud pontino, a ridosso del confine con la Campania. Poi, martedì sera, la sfida: attori, regista, organizzatori e supporter si sono dati appuntamento, riservatamente, alla Yacht Club di Gaeta, a pochi chilometri dal locale inizialmente scelto per l'evento che poi è stato vietato.

La copertina del libro sul tavolo, interventi stizziti contro i giornalisti che hanno scritto del caso, chiamati "psicopatici" e "borderline", i mazzi di fiori, i vestiti delle grandi occasioni. Interviste, le foto di gruppo, i migliori sorrisi da sfoderare su un immaginario red carpet. E poi, quando è calata la luce sul lungo mare, la proiezione del trailer. Il divieto del Viminale? Ignorato, cambiando sala ed evitando ogni forma di pubblicità. Tutto organizzato con il passaparola, messaggi inviati poche ore prima sui cellulari del cast e tanta discrezione.

"Né con lo Stato, né con la Camorra" è l'atroce slogan di lancio del film pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale. "Solo una storia d'amore", si difende l'autrice Antonella D'Agostino. Una trama dove la protagonista si oppone al marito collaboratore di giustizia, racconta la presentazione pubblicata sui social. È il filo narrativo sottile che aveva preoccupato la Prefettura di Latina e la Commissione antimafia, intervenute la settimana scorsa ottenendo il divieto di proiettare il film.

L'anteprima era stata organizzata dalla società di produzione Roxyl Music riconducibile ad Angelo Bardellino. Imprenditore nel settore musicale nato nel casertano e cresciuto a Formia, è il rappresentante più conosciuto della famiglia protagonista dei primi anni di ascesa del clan dei Casalesi. Ha subito una condanna in secondo grado per estorsione ed oggi è in attesa del pronunciamento della Cassazione. Ma i Bardellino sono un nome che continua a contare in quel territorio. Proprio a Spigno Saturnia, dove era previsto inizialmente l'evento, avevano alcuni terreni, poi confiscati.

Le forze di Polizia sono arrivate nei locali dove si è tenuta la proiezione del film solo ad evento concluso, secondo alcune fonti interpellate da La Stampa. Hanno proceduto all'identificazione dei partecipanti, ma ormai tutto era finito. La sfida è stata lanciata.

La Stampa


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