In tribunale la sommossa dell'anno scorso alle Nuove. Processo a 68 imputati di rivolta o all'attuale sistema carcerario?
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STORIA In tribunale la sommossa dell'anno scorso alle Nuove. Processo a 68 imputati di rivolta o all'attuale sistema carcerario? 17/06/1970 

Il presidente e il Pubblico Ministero intervengono per richiamare i detenuti alla realtà - Il direttore del carcere spiega l'uso del letto di contenzione, «previsto dal regolamento» - Il sovraffollamento: 1200 ospiti dove c'è posto soltanto per 900.

I 68 accusati per la sommossa delle « Nuove », scoppiata il 12 aprile dello scorso anno, sono in gran parte giovani, alcuni giovanissimi. Per questo, nel processo che si sta svolgendo contro di loro davanti alla terza sezione del Tribunale (pres. Iannlbelli, p. m. Marzachi, cane. Callendo) non tutti riescono a mantenere la calma e ad evitare atteggiamenti e toni provocatori.

Durante la deposizione di un teste si sono abbandonati ad un boato: il presidente li ha ammoniti dicendo: « Vi siete proclamati tutti innocenti, non avreste fatto nulla di male, ma comportandovi in questo modo date corpo alle accuse». Anche il dott. Marzachi è intervenuto più volte energicamente. Quando uno degli imputati, interrompendo un agente che lo accusava, ha insinuato che lo «faceva per vendetta », il p. m. ha esclamato: « Non tollero interruzioni del genere. Se si ripeteranno abbandonerò l'aula e chiederò il rinvio del processo ».

Alcuni imputati tendono a trasformare il loro processo in una critica all'organizzazione carceraria, ricorrendo anche ad intemperanze intollerabili. Durante una breve interruzione, un detenuto con i capelli grigi, il Manfrinato, li ha redarguiti: « State sbagliando. Abbiamo la fortuna di avere un tribunale che ci ascolta e ci lascia parlare. Non ne abusate ».

Interessante la deposizione del direttore delle « Nuove », dottor Di Piazza. Il funzionario conferma che i danni, nel complesso, iurono di circa 30 milioni, compresa l'attrezzatura per gli esami schermografici. Ha pure sottolineato che alle « Nuove » non c'è lavoro per tutti. « E' un carcere giudiziario, non una casa di pena. Molti detenuti sono di passaggio, in attesa del processo ».

Tuttavia, circa 400 detenuti, cioè un terzo, vengono normalmente impiegati in lavori per conto dell'amministrazione o per ditte appaltanti. Tutti i lavoratori sono iscritti alle previdenze assicurative e antinfortunistiche. Il dott. Di Piazza ammette che alle « Nuove li, capaci di 900 persone, si siano talvolta raggiunti i 1200 ospiti. Le punizioni di cui alcuni detenuti si sono lamentati nella precedente udienza sono «previste dal regolamento», precisa il direttore del carcere, e « vengono ancora alleviate dal buon senso ».

« Il letto di contenzione, ad esempio, è usato solo per alcuni tipi di malati e per gli agitati: tutto si svolge sotto controllo medico ». Comincia poi la sfilata degli agenti di custodia che hanno firmato i verbali di denuncia, con specifiche accuse.

Fatalmente emergono casi di incertezza, inevitabili quando si tratta di accertare molte e diverse responsabilità. l giudici ne terranno conto nella sentenza. Il processo continuerà stamane.

La Stampa 17 giugno 1970


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