Interrogazione parlamentare condizioni di lavoro Poliziotti nel carcere minorile dell'Aquila
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INTERROGAZIONE PARLAMENTARE Interrogazione parlamentare condizioni di lavoro Poliziotti nel carcere minorile dell'Aquila 09/01/2019 

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01938
presentato da
PEZZOPANE Stefania
testo di
Mercoledì 9 gennaio 2019, seduta n. 107
PEZZOPANE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

da notizie a mezzo stampa si apprende della condizione di estrema precarietà delle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari che si trovano nella struttura di ciò che rimane del vecchi istituto per i minorenni con sede all'Aquila;

fino al sisma del 2009, infatti, il vecchio carcere ospitava un istituto penale per i minorenni, edificio che contava 16 stanze per giovani detenuti e copriva il fabbisogno di Marche, Abruzzo e Molise;

successivamente, chiuso tale istituto con eccessiva facilità, con il pretesto dei danni provocati dal sisma, vi è rimasto fino ad oggi solo un centro di prima accoglienza dove i minori vengono temporaneamente collocati, nelle fasi successive all'udienza di convalida, in attesa di essere trasferiti presso altri istituti di pena;

è venuto così meno un importante presidio che, in una realtà devastata dal terremoto, avrebbe tra l'altro creato indotto e occupazione;

dopo il terremoto del 2016 anche la palazzina ex centro di giustizia minorile è stata dichiarata inagibile, costringendo il pochissimo personale di Polizia Penitenziaria ivi rimasto – e lasciato abbandonato a sé stesso – a trasferire i propri uffici nell'edificio del centro di prima accoglienza;

i cinque agenti ivi rimasti vivono oggi drammaticamente la loro condizione professionale: la maggior parte ha alle spalle quasi trenta anni di servizio, vive nel timore di non poter neppure usufruire dei congedi ordinari, fermi dalla fine del 2016, e si sente sotto pressione a causa della forzata promiscuità con i soggetti arrestati, per la permanenza in spazi inadeguati e tali da renderli oggetto di continue minacce e insulti durante le 76 ore previste per l'accoglienza degli ospiti nel centro, e definitivamente privati di una caserma, di un numero di agenti adeguato, di uno spaccio, di una mensa e degli spogliatoi;

per non bloccare l'attività amministrativa del centro, tra l'altro, questi agenti, in più di un'occasione, hanno dovuto prendere servizio in precarie condizioni di salute, oppure hanno effettuato turni di 12 ore, con ore di straordinario che solo in parte vengono retribuite;

tale condizione è senz'altro inimmaginabile per un Paese civile, mentre appare sempre più urgente e necessario che i competenti uffici assumano i provvedimenti necessari a porre rimedio a questa problematica gravissima e inaccettabile, cominciando dall'adeguamento dell'organico e dalla rivisitazione delle strutture del centro –:

quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, il Governo intenda adottare per porre rimedio quanto prima alle gravi condizioni lavorative sopra denunciate.
(4-01938)


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