Permessi premio al boss: tre Carabinieri e due Poliziotti penitenziari indagati per corruzione e favoreggiamento mafioso
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NOTIZIE Permessi premio al boss: tre Carabinieri e due Poliziotti penitenziari indagati per corruzione e favoreggiamento mafioso 30/06/2020 

E' la prima 'locale' di 'Ndrangheta nel cuneese quello scoperto a Bra dalla Squadra Mobile di Torino e dal Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Cuneo nel corso di un'operazione coordinata dalla Dda della procura di Torino che ha portato all'esecuzione di 12 misure cautelari, 8 custodie in carcere e 4 agli arresti domiciliari. Una ventina di indagati tra cui 3 carabinieri, 2 all'epoca dei fatti operativi a Bra, uno operativo in Calabria a Villa San Giovanni, due appartenenti alla Polizia Penitenziaria del carcere di Saluzzo "Rodolfo Morandi". E ancora un appartenente alla pubblica amministrazione e un avvocato.

I PERMESSI PREMIO AL BOSS

Le indagini che hanno portato alla scoperta del locale di 'Ndrangheta di Bra sono iniziate nell'ottobre 2016 e hanno preso avvio dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia all'epoca detenuto nel carcere di Saluzzo. Il locale scoperto nel cuneese sarebbe riconducibile alla famiglia Luppino, originaria del comune reggino di Sant'Eufemia d'Aspomonte. In particolare, Salvatore Luppino, al quale insieme al fratello Vincenzo è contestato il ruolo di promozione, direzione e organizzazione del locale di Bra, secondo gli investigatori quando si trovava nel carcere di Saluzzo per scontare più condanne definitive, fruiva di permessi premio, manteneva contatti con i sodali e dava loro direttive. Il gruppo guidato da Salvatore Luppino, inoltre, sempre secondo gli accertamenti degli investigatori, poteva godere di appoggi nell'ambito delle forze dell'ordine e della pubblica amministrazione locale.

I TRE CARABINIERI INDAGATI

I due carabinieri, all'epoca dei fatti in servizio a Bra, sono indagati per favoreggiamento personale e rivelazione di segreti d'ufficio aggravati dall'agevolazione mafiosa. Stesse accuse per il carabiniere all'epoca dei fatti operativo a Villa San Giovanni a cui viene contestato anche l'accesso abusivo ai sistemi informatici sempreaggravati dall'agevolazione mafiosa.

I DUE AGENTI PENITENZIARI INDAGATI

I due agenti penitenziari del carcere di Saluzzo, dove all'epoca Luppino si trovava rinchiuso, invece, avrebbero provveduto a fargli avere all'interno del penitenziario beni vietati. I due sono indagati per corruzione aggravati dall'agevolazione mafiosa.

Inoltre Salvatore Luppino che, anche tramite i suoi familiari, aveva contatti con un appartenente alla pubblica amministrazione di Bra. Durante un permesso premio, paventando possibili influenze sulle competizioni elettorali, il Luppino si sarebbe adoperato per garantirsi l'aiuto necessario ad ottenere un lavoro al fine di poter accedere a misure alternative alla detenzione. Per questo all'appartenente alla pubblica amministrazione di Bra è contestato il 416 ter, scambio elettorale politico-mafioso.Inoltre, i fratelli Salvatore e Vincenzo Luppino, secondo gli investigatori, erano percepiti da terzi come personaggi di spicco in grado di influenzare l'assegnazione dei posti in occasione della manifestazione 'Cheese' che si svolge proprioa Bra, organizzata da Slow Food, estranea ai fatti.

Infine, una contestazione per concorso esterno in associazione di stampo mafioso è stata mossa a un avvocato che avrebbe fatto da tramite tra Salvatore Luppino ed esponenti di spicco dell'ndrangheta.

Le circa 30 perquisizioni domiciliari effettuate oggi da polizia e carabinieri hanno interessato le province di Torino, Cuneo e Reggio Calabria. Circa 200 gli uomini delle forze dell'ordine impiegati.


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