Un aeroporto costruito dai detenuti a Pianosa Livorno
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STORIA Un aeroporto costruito dai detenuti a Pianosa Livorno 11/08/1974 

Pianosa, l'isola-penitenziario nei pressi dell'Elba, ha il suo «aeroporto»: una striscia erbosa lunga 748 metri, larga 30, sulla quale possono scendere bimotori ad elica con una decina di posti. La pista è stata costruita dagli ergastolani, con i mezzi del posto. La spesa è stata inferiore ai cinque milioni. Lo scalo aereo è stato collaudato dalla direzione generale dell'aviazione civile, ma come sull'isola non si può sbarcare senza un permesso, così l'aeroporto è aperto solo all'attività del ministero di Grazia e Giustizia. La popolazione di Pianosa è infatti costituita unicamente dagli 800 detenuti e dalle 1500 persone e loro familiari, che li sorvegliano, ed è destinata ad aumentare perché saranno smobilitati i penitenziari della Gorgona e della Capraia. L'isola aveva già una piazzola per gli elicotteri, ma la striscia di atterraggio per gli aerei si è dimostrata indispensabile dopo che, in numerosi casi di trasporto urgente di ammalati, il vento ha impedito l'arrivo dei velivoli ad ala rotante. L'aeroporto servirà anche per far arrivare la posta non solo due volte la settimana, come attualmente, e per offrire un mezzo più rapido ai familiari dei detenuti. Oggi i collegamenti sono per nave (quattro ore da Piombino mercoledì e sabato) e data la mancanza di un porto c'è sempre il rischio di non poter scendere per le condizioni del mare, o di rimanere bloccati per alcuni giorni con aggravio di spese nell'unico alberghetto di Pianosa. Il servizio aereo non è ancora iniziato. Il ministero di Grazia e Giustizia ha preso contatti con varie società: una, l'Aeroelba, sarebbe disposta ad assicurare una linea tutti i giorni.

La Stampa 11 agosto 1974


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