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CR ALGHERO GIUSEPPE TOMASIELLO 

Anno di progettazione: 1863
Anno di inaugurazione: 1864

Via Vittorio Emanuele II 28 - 07041 ALGHERO GIUSEPPE TOMASIELLO

Tel. 079 953261 - 93699
cr.alghero@giustizia.it

Il Carcere di Alghero, dopo la concessione edilizia rilasciata dal Comune di Alghero nel 1861, fu progettato da un’equipe di ingegneri su carta nel 1863 e presentata la proposta di costruzione al Ministero. Il complesso nasceva giuridicamente con la Legge n° 1694 del 25 Febbraio 1864 con la quale il Senato e la Camera dei Deputati, sotto il Regno di Vittorio Emanuele II°, approvava e assegnava in concessione perpetua e gratuita al Ministero della Marina “le opere occorrenti all’erezione di un ergastolo per forzati nella località del Colle di S. Giovanni presso Alghero, autorizzando la spesa complessiva di Lit. 422.000”. Il 18 agosto dello stesso anno si riunivano, in una sala del Municipio di Alghero, i rappresentanti del comune e quelli del Ministero della Marina per sottoscrivere un atto con il quale la città di Alghero cedeva e trasmetteva, nella più ampia forma legale, al Governo di S. M., al Re d’Italia e per esso al Ministero della Regia Marina Italiana, la piena libertà e assoluta proprietà del terreno comunale denominato Colle di S. Giovanni, dalla superficie complessiva di ettari due ed are sessantacinque. Nel 1867 ci fu il passaggio dell’amministrazione dei Bagni Penali (o ergastoli per forzati) dal Ministero della Marina al Ministero dell’Interno. L’ergastolo di Alghero entrò in funzione nel Marzo 1868. Il Bagno di Alghero, aveva il suo regolamento nel “Nuovo ordinamento dei Bagni di terraferma e di Sardegna, emanato in data 19/09/1860 in parziale modifica dei “Reali Bandi” del 22 Febbraio 1826 ed estesi ai Bagni della Sardegna con la Legge 09/07/1859. Il Colle di S. Giovanni, sul quale si estende lo stabilimento, si eleva a circa 12 metri sul livello del mare e dista da questo un paio di centinaia di metri. Quando l’Istituto fu costruito era in aperta campagna, lontano dalle vecchie mura della città circa 400 metri. Oggi, circondato da case e palazzi, è da considerare il centro della città. La costruzione è un rettangolo, con all’interno un grosso cortile; a pianterreno una lunga arcata sul lato ovest dove sotto erano stati costruiti dei grossi magazzini per le lavorazioni. Fu usata come “Bagno Penale” per ergastolani sin dagli inizi degli anni 70 ospitando dei detenuti ad alto indice di pericolosità, appartenenti ad organizzazioni terroristiche ed eversive e, sul finire degli anni 80, divenne una piccola casa di reclusione con pochissimi detenuti e senza nessuna prospettiva futura in quanto, nel frattempo, le lavorazioni erano state chiuse e i locali in completo stato di abbandono tanto che nel 1986, il Ministero di Grazia e Giustizia, non ritenendo vantaggiosa la ristrutturazione, pensò di dismettere l’Istituto e il 23/11/1988 ne venne decretata la chiusura definitiva. Successivamente, negli anni 90, si prese in considerazione la riapertura dell’Istituto, partendo dal presupposto che, una volta decretata la chiusura della Casa di Reclusione dell’Asinara nel circondario di Sassari, non sarebbe rimasta nessuna opportunità per i detenuti in espiazione di pena in quanto gli unici Istituti della Provincia (Sassari e Tempio Pausania) erano delle Case Circondariali con annesse, piccole sezioni per la reclusione. Attualmente presso la Casa di Reclusione di Alghero è in corso di sperimentazione un progetto di trattamento rieducativo avanzato delle persone detenute, tendente alla loro progressiva responsabilizzazione finalizzata al reinserimento sociale. Il progetto, denominato “Barrio” si propone l’obiettivo di ricostruire un quartiere della città all’interno dell’Istituto di pena, proprio per abituare le persone detenute alla futura vita in società, dopo aver scontato la pena. Le stanze di detenzione sono 65.



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Solidarietà alla Polizia Penitenziaria dal Presidente del Consiglio Regionale per le aggressioni ricevute nelle carceri sarde
 

Solidarietà della Polizia Penitenziaria di Alghero presso una Onlus che assiste persone disabili
 


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