Enorme quantitativo di droga in carcere: 4 chili di cocaina scoperti dalla Polizia Penitenziaria nel magazzino del carcere di Udine
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NOTIZIE Enorme quantitativo di droga in carcere: 4 chili di cocaina scoperti dalla Polizia Penitenziaria nel magazzino del carcere di Udine 24/08/2018 

La Polizia Penitenziaria ha scoperto 4 chili di cocaina nascosti in altrettanti barattoli sigillati di crema di frutti di palma contenuti negli zaini di tre detenuti nigeriani arrestati nei mesi scorsi.

I migranti erano stati arrestati perché come corrieri di droga avevano ovuli di cocaina nello stomaco.

Lo stupefacente nascosto nelle confezioni di cibo esotico era sfuggito all'attenzione dei cani antidroga al momento dell'arresto.

La droga è stata scoperta quando un quarto detenuto, un cittadino senegalese in carcere per un cumulo pene da lunga data, impiegato come magazziniere nel carcere, è stato sorpreso da un agente di Polizia Penitenziaria mentre armeggiava proprio con un ovulo di cocaina.

I successivi accertamenti hanno consentito di scoprire che l'uomo aveva aperto uno dei barattoli degli altri detenuti, conservati nel magazzino tra i loro effetti personali. Per il Procuratore di Udine Antonio De Nicolo potrebbe trattarsi di un nuovo meccanismo di trasporto dello stupefacente.

Ansa.it

 

Viste da fuori, sembrano comunissime scatole di latta contenenti crema di frutti di palma. Confezioni perfettamente sigillate e identiche, nell’etichettatuta, a quelle poste in vendita nei negozi di prodotti etnici. Eppure, il trucco c’era. Ed era stato così ben congegnato, da sfuggire anche al fiuto addestrato dei cani antidroga. Ovuli di cocaina: ecco cosa era stato infilato al loro interno al posto della “Palm cream”. Trasformando insospettabili barattoli alimentari in altrettanti vettori di sostanze stupefacenti.

La sorprendente scoperta è avvenuta in carcere. Per l’esattezza, nei locali deputati al deposito degli abiti e degli altri effetti personali dei detenuti. Le scatole, quattro in tutto, si trovavano all’interno degli zaini di tre nigeriani, arrestati nelle scorse settimane proprio in quanto corrieri della droga con addosso - o meglio, nello stomaco - decine di ovuli contenenti la preziosa “neve”. Non essendovi ragione di buttarle via, gli agenti della Polizia Penitenziaria le avevano lasciate lì, al pari di un qualsiasi altro alimento non deperibile, per restituirle ai detenuti nel momento in cui fossero usciti di prigione.

È stato il procuratore capo, Antonio De Nicolo, a divulgare la notizia, «per evitare che il fenomeno possa essere replicato in altre parti d’Italia», ha spiegato, precisando come le indagini volte a comprendere non soltanto il ruolo degli indagati, ma anche origine e destinazione della cocaina, siano invece soltanto all’inizio. «È una modalità di trasporto assolutamente nuova – afferma – e di cui ritengo vada allertata con urgenza la popolazione e, in particolare, le forze dell’ordine, affinchè non continui a passare inosservata. Quale luogo può essere più sicuro – ha osservato – del magazzino di un carcere?».

Ed era stato proprio uno dei magazzinieri, un detenuto senegalese che, negli anni, si era guadagnato la fiducia delle autorità penitenziarie, a permettere di portare alla luce il fenomeno. L’ha fatto naturalmente a propria insaputa, perchè sorpreso ad armeggiare con fare sospetto con uno dei barattoli. È bastato decidersi ad aprirlo, con l’aiuto di un apriscatole, per scoprire l’inganno. E ritrovarsi tra le mani ovuli per un peso complessivo di circa un chilo per scatola. Quale sia il grado di purezza della cocaina e a quale mercato fosse destinata è uno dei tanti punti che l’attività avviata dal Nucleo investigativo regionale di Padova della Polizia Penitenziaria intende accertare. Per ora, si sa soltanto che dei tre nigeriani, due erano stati arrestati insieme all’inizio dell’estate e l’altro una decina di giorni fa. Per tutti, compreso il senegalese in carcere per un cumulo pene e a sua volta con precedenti per droga, l’accusa è di detenzione ai fini di spaccio.

messaggeroveneto.gelocal.it


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