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CC UDINE 

Anno di progettazione: 1925
Anno di inaugurazione: 1925

Via Spalato 30 - 33100 UDINE

Tel. 0432 502211 - 501121
cc.udine@giustizia.it

L’attuale istituto di Udine è stato aperto nell’aprile del 1925. Infatti, da articoli di stampa dell’epoca risulta che in quel periodo furono trasferiti detenuti, dal vecchio carcere di via Treppo, al nuovo. La struttura è composta da un piano terra e due piani ed ha la forma di una croce, nei cui bracci erano state costruite celle più piccole rispetto a quelle più grandi che si trovano nella parte anteriore della croce. Il compendio è delimitato da un muro di cinta costruito in muratura che, all’epoca della costruzione, era alto quattro metri. Su tutta la lunghezza del muro vi era installata una ringhiera di protezione in metallo e, ad ogni angolo, era stata edificata una garitta in muratura. Oggi, il muro è stato ulteriormente alzato e sono state completamente rifatte le quattro garitte, che sono in struttura metallica, con vetri antiproiettile. All’interno della proprietà demaniale, vi erano anche uffici, alloggi per il personale, ed una piccola sezione femminile. Durante la seconda guerra mondiale nell’istituto furono reclusi molti partigiani, molti dei quali furono uccisi all’interno del muro di cinta ed altri furono tradotti nei campi di concentramento in Germania, a disposizione del Comando Tedesco SIPO. Alcune di queste notizie sono state desunte dalle testimonianze ricavavate da un testo scritto sulla vita di un sacerdote, Don Emilio De Roja che, all’epoca della guerra, era cappellano del carcere ed operava per la liberazione dei prigionieri in collaborazione con la Brigata Partigiana Osoppo. Don Emilio è stato uno dei protagonisti della liberazione di Udine. Questi eventi ogni anno sono ricordati con brevi cerimonie all’esterno della struttura, organizzate dall’A.N.P.I. e dal Comune di Udine. Nel 1976, l’istituto ha risentito, seppure in maniera non grave, del terremoto. Nel 1978 l'istituto è stato coinvolto da un gravissimo fatto di sangue: l’omicidio del Comandante del Reparto degli allora agenti di custodia, maresciallo maggiore scelto Antonio Santoro. Trucidato da esponenti dell’eversione terroristica mentre si recava al lavoro, in via Spalato, nei pressi del carcere. Negli anni, ha ospitato reclusi di ogni tipologia, anche personaggi noti del terrorismo e della criminalità organizzata. La struttura è stata in più occasioni adeguata e ampliata. Dal 1982, nell'istituto si realizzano attività di trattamento, scolastiche e formative a favore della popolazione detenuta. Nel 1995, su un terreno annesso al carcere, è stata costruita una nuova caserma per il personale di polizia penitenziaria e realizzato un poligono di tiro per l'addestramento del personale del triveneto. La Caserma è intitolata al maresciallo Antonio Santoro, ucciso il 6 giugno 1978, cui è stata conferita anche la medaglia d’oro al merito civile, alla memoria. Nel febbraio 2002 l’istituto fu parzialmente chiuso per due anni per dar luogo a sostanziali lavori di ristrutturazione dei reparti maschili. Nel maggio del 2004 fu riattivato e si attende la prosecuzione di un secondo lotto di lavori di edilizia per completare l’opera di ristrutturazione.



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